Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 25 Giugno 2019
Abusi sulle donne, sono in aumento
i nuovi casi in provincia di Sondrio
Nel 2018 gli accessi al centro antiviolenza sono stati 70, nei primi sei mesi di quest’anno 27. Le richieste sono principalmente di ascolto e sostegno.
Sono 56 le donne, vittime di intimidazioni e abusi, in provincia di Sondrio secondo la quarta relazione annuale “La violenza contro le donne in Lombardia”, illustrata a Milano alla presenza dell’assessore alle Politiche per la famiglia, Genitorialità e Pari opportunità della Regione Lombardia, Silvia Piani. Ma sono molte di più le donne che hanno avuto accesso al centro antiviolenza “Il coraggio di Frida” di Sondrio, aperto dal maggio 2016. «La Regione ha un metro di caricamento di dati che registra solo le donne che sono state al centro più di due volte, chi, invece, viene al colloquio una sola volta non viene conteggiato dalla Regione- spiega Manuela Rossi, presidente e legale rappresentante de “Il coraggio di Frida” oltre che operatrice che accoglie le donne -. Noi, invece, consideriamo come “presa in cura” anche chi viene una sola volta al nostro centro, perché magari prima abbiamo avuto colloqui telefonici, dunque il numero è maggiore rispetto a quello regionale e si aggira all’incirca sui 70 nuovi contatti nel corso del 2018».
Fatta questa precisazione, Rossi conferma che è buona la risposta delle donne valtellinesi al centro di Sondrio (aperto due volte alla settimana con anche uno sportello a Chiavenna). «Gli accessi sono sempre in aumento - prosegue -. Si consideri che, nei primi sei mesi del 2019, abbiamo già avuto 27 nuovi casi. Il centro ha bisogno di tempo per farsi conoscere ed essere riconosciuto sul territorio, ma credo che il lavoro che stiamo facendo sia positivo. Le donne cominciano a sapere che ci siamo. Funziona molto bene la rete antiviolenza; tante richieste vengono dalle forze dell’ordine e dai servizi sociali, anche se l’accesso principale resta quello spontaneo».
In base all’esperienza maturata dal centro di Sondrio, la violenza è un tema trasversale che tocca tutti i tipi di donne, di tutte le estrazioni sociali e condizioni economiche.
Il 99 per cento dei maltrattanti è costituito da persone che hanno avuto o hanno un legame significativo con la donne, mariti o ex mariti, fidanzati, conviventi. Si tratta, per lo più, di violenza domestica. Cosa chiedono le donne? «Le donne chiedono principalmente uno spazio di ascolto e di sostegno - risponde Rossi -, in misura minore assistenza legale, gratuita per il reato di maltrattamento, che le porterà ad un’eventuale separazione o altri procedimenti. Abbiamo la possibilità di offrire sostegno psicologico che, spesso, siamo noi ad attivare al bisogno. Una piccola percentuale di donne chiede ospitalità, di poter uscire dalla casa coniugale e di andare in protezione».
Le donne, che accedono al centro “Il coraggio di Frida”, sono per lo più nella fascia d’età compresa tra i 28 e i 37 anni e sono madri con figli minori. Si tratta di donne che o non hanno intorno una rete famigliare significativa oppure, se ce l’hanno, hanno comunque bisogno di un aiuto tecnico per capire come uscire da una situazione complessa, come quella della violenza.
L’équipe del centro antiviolenza – tutta al femminile - è formata da due operatrici di accoglienza, due psicologhe-psicoterapeute, una coordinatrice, una persona che si occupa dell’amministrazione, due legali ed un team di volontarie.
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