Abbadia: alla Helman
resta il nodo della cassa
I lavoratori della Helman Elettronica hanno diritto alla cassa integrazione straordinaria? Spetta al ministero del Lavoro decidere se sostenere economicamente i 27 lavoratori ancora in carico all'azienda.
La vicenda Helman è una delle più complicate che il sindacato si sia trovato ad affrontare. Prima i lavoratori hanno atteso sei mesi prima di poter avere diritto alla cassa integrazione perché il consiglio d'amministrazione era stato sciolto senza nominare un amministratore delegato e quindi nessuno all'interno dell'azienda poteva firmare la richiesta di cassa integrazione, poi con la messa in concordato dell'azienda è stato possibile avviare la procedura.
Ad agosto l'azienda è stata posta in fallimento e i lavoratori avrebbero avuto diritto alla cassa integrazione straordinaria per cessazione dell'attività, ma un articolo del decreto sviluppo, entrato in vigore a settembre, ha imposto che l'ammortizzatore sociale possa essere usato solo dalle imprese prossime alla riapertura e non da quelle fallimentari.
«Abbiamo analizzato la situazione con i responsabili dell'ufficio lavoro della Regione - spiega Maurizio Oreggia della Cgil che sta seguendo la vicenda - e abbiamo realizzato un documento che è stato inviato al ministero del lavoro, che dovrà decidere se garantire o meno gli ulteriori dodici mesi di cassa integrazione ordinaria ai dipendenti di Helman. Secondo noi la procedura dovrebbe avere buon esito dal momento che il fallimento e la richiesta di cassa integrazione per cessazione d'attività risalgono al mese di giugno, mentre la nuova legge è posteriore, quindi per una questione temporale dovremmo riuscire ad ottenerla».
Sono molte le situazioni simili alla Helman in discussione a Roma e non c'è una risposta univoca a questi casi: «Alcune istanze vengono accettate, altre no - spiega Carnicella della Cgil - Molto dipende da quando è stato avviato il fallimento dell'azienda e dalle situazioni specifiche».
L'alternativa alla cassa integrazione potrebbe essere la cassa integrazione in deroga finanziata dalla Regione Lombardia, altrimenti scatterebbe subito la mobilità, della durata da uno a tre anni a seconda dell'anzianità dei dipendenti.
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