A Sondrio nel 2023 quasi 600 nati in meno
rispetto al 2008: necessaria una revisione
del sistema scolastico provinciale

Il dato emerso dalla riunione del Tavolo provinciale di coordinamento della rete scolastica istituito dal presidente Davide Menegola

Quasi seicento nati in meno lo scorso anno rispetto al 2008 che significa che nei prossimi 15 anni salteranno 20 classi. Che il calo demografico interessi anche la provincia di Sondrio non è una novità, ma la conferma dei numeri è impietosa e mette in evidenza la necessità di rivedere il sistema organizzativo dell’istruzione sul territorio valtellinese. Pur senza l’urgenza di dover rispondere a tagli che al momento nel sistema scolastico provinciale non sembrerebbero esserci.

E’ con questa premessa che giovedì sera a palazzo Muzio si è aperto l’incontro, il secondo a distanza di meno di un mese dal precedente, del Tavolo provinciale di coordinamento della rete scolastica istituito dal presidente Davide Menegola che vede la partecipazione del dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Sondrio Vincenzo Cubelli e di altri 24 membri delle realtà associative e scolastiche. 

E se in Lombardia, come ha spiegato Cubelli, sono già stati messi in atto diversi provvedimenti di dimensionamento, sembrerebbe che la provincia di Sondrio ne sia immune sia per l’anno scolastico 2025/2026 sia per il successivo 2026/2027. Sarebbero cioè confermate tutte le 31 autonomie scolastiche (istituti comprensivi e superiori) già presenti.

La situazione demografica però, quei 1.130 nati nel 2023 rispetto ai 1.702 del 2008, richiede grande attenzione e programmazione non soltanto perché prima o poi il dimensionamento arriverà, ma anche perché, a prescindere dai provvedimenti regionali, è indispensabile pianificare un sistema scolastico locale più efficiente e maggiormente rispondente alle logiche di un mercato del lavoro in costante e rapido mutamento.

«Senza l’urgenza dei paventati tagli possiamo ragionare con maggior serenità - commenta Menegola - partendo comunque dal presupposto che una riorganizzazione funzionale è fondamentale. Ripensare e rivedere l’offerta scolastica provinciale implica estendere l’analisi anche ad altri ambiti come per esempio a quello del trasporto pubblico locale che ad oggi orienta le scelte dei nostri ragazzi. Dobbiamo, quindi, avere una visione ampia e l’obiettivo deve essere quello di un’offerta scolastica di qualità e non polverizzata sul territorio. Ritengo che questa sia un’opportunità molto interessante da cogliere. Se e quando vi saranno sacrifici da fare questi dovranno essere compensati con servizi di livello adeguato».

Nel corso dell’incontro è emerso anche un altro aspetto da indagare e su cui lavorare in stretta collaborazione con l’Ufficio scolastico territoriale, ovvero la dispersione scolastica per capire come recuperare chi abbandona la scuola ed eventualmente come poterlo inserire nel mercato del lavoro. Ripensare e valorizzare lo strumento del tirocinio, che oggi gode di scarsa considerazione da parte dei giovani, potrebbe essere una delle strade da seguire. E proprio per ridurre o contenere la dispersione scolastica è necessario rivedere anche le politiche di orientamento, già a partire dalle primarie.

«Dal Tavolo usciranno proposte concrete - aggiunge il consigliere Alan Vaninetti - in grado di dare precise garanzie rispetto alla validità dell’offerta scolastica provinciale sia in termini di indirizzi sia di organizzazione sul territorio. E’ stato, inoltre, costituito un tavolo di lavoro ristretto che coinvolge le rappresentanze di tutti i portatori di interesse e che analizzerà ogni singola situazione per poter pianificare una serie di incontri con le amministrazioni locali e le istituzioni scolastiche per condividere gli scenari futuri».

Il Tavolo sarà aggiornato dopo il 16 settembre, data entro la quale tutti gli istituti superiori dovranno inviare le loro proposte per l’offerta formativa per l’anno 2025/2026.

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