
Cronaca / Lecco città
Sabato 11 Novembre 2017
A Manfredi il Premio Manzoni
«L’Innominato? Più cattivo»
Ieri sera la cerimoniaAl celebre scrittore e archeologo il riconoscimento alla carriera Il rapporto con Don Lisander: «Alcuni personaggi straordinari, un po’ meno la storia d’amore»
Lo scrittore ed archeologo Valerio Massimo Manfredi ha ricevuto ieri sera il Premio Manzoni alla carriera. La cerimonia si è svolta all’auditorium della Casa dell’Economia ed ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso. La serata è iniziata con la proiezione di un video in cui Lucio Dalla e Francesco De Gregori hanno interpretato una grande canzone come “Piazza grande”: e non è stato un caso. L’associazione 50&Più, infatti, ha voluto consegnare alla moglie di Gianfranco Baldazzi un premio alla memoria per la sua grande attività di scrittore, giornalista e paroliere.
L’omaggio a Gianfranco Baldazzi
Baldazzi ha legato il suo nome ad alcune delle più belle canzoni della storia della musica leggera italiana. L’omaggio a Baldazzi è stato un doveroso riconoscimento per chi ha saputo declinare la parola in mille modi, regalando i suoi versi ad alcuni dei brani che hanno segnato gli anni d’oro della canzone autoriale italiana.

Si è poi passati al Premio Manzoni e sono stati il presidente della giuria Ermanno Paccagnini e il coordinatore del Premio Manzoni, Vittorio Colombo, a dialogare con Manfredi. La prima domanda non poteva essere che su Manzoni e lo scrittore non si è tirato indietro: «Mi piace molto l’affresco della peste o la straordinaria descrizione di alcuni personaggi come Perpetua, sono di un’efficacia straordinaria. Mi piace un po’ meno la storia dei due giovani ed anche l’Innominato l’avrei fatto più cattivo, almeno Lucia si sarebbe spaventata per qualcosa. In ogni caso, un romanzo come i Promessi Sposi resta un’opera da cui non si può prescindere».
Archiviato Manzoni, si è passati a parlare delle opere di Manfredi, prima fra tutte quella su Alessandro e poi di un romanzo come “Chimaira”: «Avevo appena finito il romanzo su un grande come Alessandro e volevo un luogo piccolo come Volterra, una cittadina in cui improvvisamente esplode l’orrore con tutto quello che ne consegue».
L’incontro con Fidel Castro
La discussione ha anche toccato un personaggio come Fidel Castro: «Penso che Fidel Castro credesse veramente in quello che faceva. Lo incontrai il giorno del suo compleanno e gli ho regalato la trilogia su Alessandro, il personaggio storico che lui ammirava più di ogni altro. Era un uomo di grande fascino anche se pieno di contraddizioni. È stato un personaggio che ha lasciato una traccia profonda nella storia del Novecento».
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