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Martedì 14 Maggio 2013
Delebio, villetta simbolo
del riscatto dello Stato
La carovana antimafie, partita da Tunisi nel mese di marzo, si è fermata in Valtellina là dove c'è un esempio tangibile della lotta alla criminalità organizzata che passa non solo attraverso la repressione di chi si macchia di reati gravi, ma anche con il sequestro e la confisca dei beni ai mafiosi
La villetta, un tempo covo di criminali, diventa il simbolo della rinascita, del riscatto dello Stato e della società civile contro lo strapotere delle cosche, oggi infiltrate anche nel Nord Italia, dove ci sono i soldi e gli appalti. La carovana antimafie, partita da Tunisi nel mese di marzo, si è fermata in Valtellina là dove c'è un esempio tangibile della lotta alla criminalità organizzata che passa non solo attraverso la repressione di chi si macchia di reati gravi come la corruzione, lo spaccio di stupefacenti e di esseri umani, il riciclaggio di denaro sporco, la ricettazione, lo smaltimento illegale dei rifiuti, ma anche con il sequestro e la confisca dei beni ai mafiosi.
Si è parlato soprattutto di questo nella sala consigliare di Delebio con i cittadini intervenuti ad ascoltare gli interventi del prefetto di Sondrio Carmelo Casabona, il coordinatore regionale della Carovana Luigi Lusenti, e gli altri ospiti: il professore Pierluigi Labbadia che insegna diritto al Saraceno, una delle scuole che aderisce alla rete di Libera, accanto al Punto Pace di Morbegno, Pier Enrico Burri, comandante del Nucleo operativo dei carabinieri di Sondrio.
Lusenti ha esortato i cittadini ad essere vigili, a non abbassare mai la guardia, perché l'illegalità si annida nella fascia grigia favorendo la corruzione, il lavoro nero, il caporalato, altro fenomeno quest'ultimo che non risparmia più nemmeno la Lombardia e la Valtellina.
Come hanno sottolineato Giovanni Spini della Cisl e Marco Duca del Colce, ricordando il caso del lavoratore extracomunitario abbandonato a Talamona, a bordo strada dopo un incidente sul lavoro, perché non aveva un regolare permesso di soggiorno. Si è scoperto dopo che il giovane era stato arruolato illegalmente nel milanese da bande che distribuivano manodopera a basso costo in vari cantieri della Regione, tra cui anche in Valtellina.
Da approfondire ci sarebbe anche il capitolo relativo allo sfruttamento della prostituzione. Il prefetto Casabona ha fortemente stigmatizzato queste pratiche illegali, lui che era questore nel 2008 a Castelvolturno e nel 2010 a Rosarno durante le rivolte degli extracomunitari: «Si arriva a queste estreme conseguenze perché queste persone sono ridotte in uno stato di semischiavitù: lavorano dodici ore al giorno, vivono in condizioni disastrose e per loro non c'è una vera accoglienza, ma solo un destino di sfruttamento ed oppressione».
Il sindaco di Delebio Marco Ioli ha ripercorso le tappe che hanno portato prima alla consegna della villetta, ufficializzata dall'allora ministro dell'Interno Roberto Maroni e poi la ricerca dei finanziamenti e i lavori, conclusi nella primavera del 2012.
Oggi lo Scricciolo compie un anno di attività. Accoglie 13 bambini, è quasi al completo rispetto alla ricettività massima ed è gestito dalla cooperativa Alba con due educatrici e una coordinatrice. Al finanziamento hanno concorso vari enti tra cui la Regione, la Provincia di Sondrio, il Comune di Delebio e la Provaltellina. A tavola, nel pomeriggio, con i prodotti di Libera, coltivati nelle terre confiscate alla mafia, quasi 150 commensali, un ultimo piacevole momento conviviale dove con il referente provinciale della Carovana Marco Doria si sono poste le basi per la nascita di un presidio provinciale di Libera.
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