Uno spettacolo indecoroso per eleggere il presidente della Repubblica. Via tutti, cosa aspettiamo. Nell'unico barlume di dignità hanno eletto l'unica persona, o una delle poche, possibile e presentabile: Giorgio Napolitano. In trent'anni di politica non siamo riusciti ad avere un politico degno di questo nome. Presidente, hai avuto coraggio a nominare Monti a capo del governo, a tenere testa con molta dignità agli altri leader europei, hai avuto forza a gestire una situazione molto difficile: un ultimo atto di coraggio, c'è bisogno di aria fresca altrimenti moriremo soffocati. Presidente: «Mandali a casa tutti». Gli italiani ringraziano anticipatamente.
Gianfranco Longhi
Napolitano non manderà a casa tutti. Proverà a costituire il governo delle larghe intese che, se fosse stato per lui, sarebbe insediato da alcune settimane. Non lo formeranno solo tecnici, ma anche politici: i partiti che si nascosero dietro un dito nel novembre di due anni fa, non potranno replicare la mossa oggi. Già allora Napolitano - e poi il premier designato Monti - avrebbe per esempio voluto nell'esecutivo Giuliano Amato e Gianni Letta. Pd e Pdl gli dissero di no. Ora dovranno accettare le decisioni del presidente, investito d'una forza tale da garantirgli grande autonomia. L'autonomia varrà per la scelta del presidente del Consiglio e dei ministri (prestigio assoluto, provenienza da aree politiche diverse), e anche per il programma. Poche cose e importanti, nel segno delle richieste che vengono da tempo dagl'italiani. Se Napolitano l'otterrà, se ne avvantaggerà il popolo e comincerà (finalmente) a perdere la sua partita il populismo.
Max Lodi
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