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Lunedì 08 Aprile 2013
I marchi Funghi e Fiocco
entrano nel paniere di Valle
Ora il "paniere" della Camera di Commercio di Sondrio si arricchisce del "Porcino della Tradizione Valtellinese" e del "Prosciutto Fiocco di Valtellina"
SONDRIOSino ad ora lo avevano ottenuto "Latte fresco di Valtellina", "Scimudin di Valtellina", "Pizzoccheri di Valtellina" e "Pietra Ollare di Valtellina e Valchiavenna". Ora il "paniere" della Camera di Commercio di Sondrio si arricchisce del "Porcino della Tradizione Valtellinese" e del "Prosciutto Fiocco di Valtellina".
Due nuovi prodotti si potranno da ieri fregiare del Marchio Collettivo Geografico, rilasciato nell'ambito di quel "marchio Valtellina" che via Piazzi «ha rilanciato con i Mondiali del 2005 di Bormio e che vuole sempre più espressione di qualità e di appartenenza al territorio», come ha sottolineato in conferenza stampa il presidente Emanuele Bertolini che in questo percorso si è ispirato a quanto fatto da Bolzano «che ha legato il suo nome ad un brand, oggi conosciuto da tutti i mercati e garanzia di tipicità e qualità».Due nuovi prodotti - "fiocco" e porcini - che rappresentano un fatturato da 10 milioni di euro l'uno e una produzione che si aggira in 10mila quintali per i funghi e mille tonnellate per il tipico salume valtellinese.
Un settore, quello agroalimentare, che in provincia di Sondrio «è secondo solo a quello dei metalmeccanici - ha tenuto a dire Cristina Galbusera, vice presidente Unioni industriali e presidente della sezione alimentaristi di Confindustria Sondrio - e registra 3000 addetti e un fatturato da 800 milioni di euro. Un comparto che sta affrontando bene la crisi, nonostante i rincari delle materie prime che hanno registrato incrementi anche del 70%».
E sarà proprio Confindustria a sorvegliare sul corretto uso dei marchi - il cui iter è stato illustrato dal direttore generale di Camcom Marco Bonat - , «avvalendosi di un organismo di controllo terzo e indipendente, accreditato, per effettuare i controlli sulla corrispondenza del prodotto al disciplinare produttivo».
In rappresentanza dei due prodotti "blasonati" sono intervenuti ieri Maurizio Rocca, erede dell'importante azienda morbegnese, prima industria conserviera d'Italia (risale alla fine dell'Ottocento) e Roberto Pini in rappresentanza dei bresaolifici-salumifici che producono il prosciutto "fiocco"
Il marchio "Porcino della Tradizione Valtellinese", tutela la lavorazione artigianale dei carpofori interi o selezionati di funghi porcini di specie individuate che vengono elaborati e confezionati secondo un apposito procedimento che prevede la cottura in acqua e aceto, l'aromatizzazione, quindi la scolatura e il successivo confezionamento, effettuato manualmente, all'interno di vasi di vetro o di contenitori di latta, fino alla colmatura con olio, per terminare con il trattamento termico che garantisce la sicurezza igienico-sanitaria del prodotto.Sono diverse le società produttrici - quasi tutte con sede in Bassa Valtellina - che commercializzano il prodotto a livello nazionale ed estero. Industrie conserviere che hanno sì diversificato la produzione ma che hanno nei funghi sott'olio il loro prodotto di punta.
Il "Prosciutto Fiocco di Valtellina" è un prodotto di salumeria pressato, tipico della provincia di Sondrio, che si caratterizza per l'assenza di osso e per una serie di elementi quali la forma "a goccia", il colore, la consistenza morbida, il sapore delicato e il profumo gradevole, leggermente aromatico.
«Viene prodotto esclusivamente con carne suina ricavata dalle cosce, salata a secco e aromatizzata, la stagionatura avviene a temperatura ambiente. Il "Fiocco" di Valtellina - ha tenuto a dire Pini - è prodotto sull'intero territorio provinciale, da Piantedo fino all'Alta Valle. Ora ci si augura che questo marchio possa avere un peso sotto il profilo commerciale ed aiutare le aziende ad affrontare al meglio questo momento di stagnazione che registriamo sui mercati».
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