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Sabato 23 Marzo 2013
Scoperto un sarcofago egizio
in un attico della città
Un reperto archeologico dell'antico Egitto, di notevole interesse artistico e storico, e di valore inestimabile. Era sotto una teca di cristallo e faceva bella mostra di sé in un attico, nel centro di Sondrio. Ora non più
Sondrio - Un reperto archeologico dell'antico Egitto, di notevole interesse artistico e storico, e di valore inestimabile. Era sotto una teca di cristallo e faceva bella mostra di sé in un attico, nel centro di Sondrio. Ora non più.
È stato sequestrato dalla Compagnia di Sondrio della Guardia di Finanza. Una "coda" dell'operazione Efesto (nella mitologia il fabbro degli Dei), avviata due anni fa in Valchiavenna per verificare infiltrazioni malavitose e approdata nel dicembre scorso ad un'ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere nove persone (una trentina gli indagati, la mente è considerata Ferdinando Ronchi, 55 anni di Traona, Paolo Paganonidi Albosaggia, invece, il suo braccio destro) per riciclaggio, contrabbando, emissione di fatture false, frode fiscale e associazione per delinquere.Ebbene, in casa di un indagato è stata trovata una testa lignea che costituirebbe parte di un coperchio di un "Neb Ankh", ovvero un sarcofago egizio. Per accertare l'autenticità del pezzo è stato chiamato in causa l'egittologo Edoardo Alessandro Guzzon della Fondazione per il Museo delle antichità Egizie di Torino, esperto di cultura egizia ed in particolare specialista nell'esame dei sarcofagi.
Il manufatto risalirebbe a 2800/2700 anni fa, ovvero al tardo VII secolo a.C. o in epoca immediatamente successiva. Nelle prossime settimane lo studioso fornirà valutazioni definitive indicando se il reperto possa effettivamente considerarsi quale bene culturale ed archeologico e, come tale, sottoposto alla disciplina del codice dei beni culturali.
L'uomo è stato denunciato per aver violato le norme di tutela del patrimonio artistico ed archeologico, mentre il prezioso reperto è stato affidato dal sostituto procuratore Stefano Latorre alla Soprintendenza dei beni archeologici della Lombardia che lo ha subito messo al sicuro in una stanza blindata.
L'operazione Efesto ha visto sino ad ora mettere i sigilli a 63 terreni, 17 case, 11 garage, 3 ville del valore di 4,2 milioni, un albergo, un edificio in costruzione e 5 magazzini oltre a quote societarie di 46 srl (per un milione di euro), un motoscafo e 81 vetture per un altro milione di euro. L'organizzazione smantellata aveva carattere transnazionale e nelle tre anni di indagini è stato necessario compiere accertamenti in Albania, Croazia, Romania, Austria, Slovenia e Svizzera. Controllati anche 365 tra conti correnti, conti di deposito, titoli, fondi pensioni e cassette di sicurezza.
C'è da credere che le indagini non sia ancora conclusa ma si protrarrà con le necessarie rogatorie internazionali per poter ricostruire quanto avveniva all'estero. Sino ad ora non è stato possibile procedere oltre i confini nazionali perché il rischio di generare sospetti tra gli indagati avrebbe pregiudicato l'intera operazione.
La richiesta che il Pm Latorre ha presentato al Gip Fabio Giorgi è di 700 pagine, l'ordinanza di custodia cautelare è di 900: 30 le persone per le quali la Procura chiedeva l'arresto, 9 quelle finite nei guai.
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