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Sabato 09 Febbraio 2013
L'ultima chiamata
per salvare 44 alpeggi
Bocciata la quasi totalità degli alpeggi del comprensorio di Sondrio. E la Comunità montana stanzia 180mila euro in tutto per avviare interventi di ristrutturazione delle strutture alpine
Sondrio - Bocciata la quasi totalità degli alpeggi del comprensorio di Sondrio. Non hanno passato l'esame dell'Azienda sanitaria locale che ha riscontrato molte difformità: servizi igienici ammalorati, potabilizzatori dell'acqua che non rispondono alla normativa, pavimenti da rifare, canne fumarie che non funzionano come dovrebbero.
Imperativo categorico, correre ai ripari. Pena il rischio per gli alpeggiatori, che ne sono già in possesso, di perdere quel bollino Cee, fiore all'occhiello per i prodotti alpini.
A scendere in soccorso delle strutture è stata la Comunità montana di Sondrio che, nel bilancio di previsione 2013 licenziato giovedì dall'assemblea, ha stanziato in prima battuta 80mila euro a cui se ne aggiungeranno in un secondo momento altri 100mila, derivanti da economie sull'articolo 24 della legge regionale 31 per interventi a sostegno dell'agricoltura di montagna.A suonare il campanello d'allarme è stata Cinzia Leusciatti, responsabile dell'Area agricoltura dell'ente comprensoriale che in apertura di seduta, giovedì, ha sollecitato i sindaci a manifestare in tempi strettissimi - 44 sono gli alpeggi distribuiti nei 21 Comuni del comprensorio - la volontà o meno di intervenire. Tempestività indispensabile per poter disporre di contributi su un primo bando che sarà aperto - anche ai caricatori di alpeggio - ai primi di marzo in modo da poter dare il via ai lavori il prima possibile.
Le criticità riscontrate sono venute a galla dopo una serie di sopralluoghi che in tecnici dell'Asl hanno condotto nel corso del 2012. «L'attività di controllo avviata dal dipartimento veterinario dell'Azienda sanitaria locale - ha spiegato ancora Cinzia Leusciatti durante l'incontro - ha permesso di individuare criticità strutturali in diversi alpeggi del nostro mandamento».
In vista di Expo 2015, ha proseguito l'assessore all'Agricoltura, Giancarlo Bongiolatti «Regione Lombardia vorrebbe promuovere a livello turistico le eccellenze d'alpe ed è per questo motivo che ha dato il via ai controlli in queste strutture. Lo scopo di questi controlli era quello di poter verificare l'esistenza dei requisiti previsti per legge al fine di poter caseificare e vendere in alpeggio».
Requisti per lo più assenti, stando ai risultati emersi: «Si va da carenze minime che richiedono interventi contenuti - ha spiegato Leusciatti -, ad opere strutturali che sono più onerose da un punto di vista economico».
«L'ente ha quindi ritenuto necessario destinare delle risorse con l'intento di permettere nel più breve tempo possibile - ha rimarcato il presidente Tiziano Maffezzini - la messa a norma del maggior numero di strutture anche in previsione dell'importante evento internazionale del 2015». L' Expo, infatti, sarà ospitato a Milano, ma avrà ricadute - economiche, d'immagine e non solo - in tutta la regione. Saranno gli uffici della Comunità montana grazie alla collaborazione del dipartimento Veterinario che individueranno gli alpeggi su cui intervenire prioritariamente.
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