c'è qualcosa che ritorna sempre nel giudizio sui giovani da parte degli adulti, anche ora sento dire con immenso dispiacere cose molto negative. Sono lazzaroni, apatici, schizzinosi (Fornero), bamboccioni (Brunetta), inaffidabili e via dicendo. Non è vero. Che lo dicano la Fornero, Brunetta e combriccola varia ci può anche stare, fa parte del loro gioco; tanto loro e i loro figli non fanno testo, come diceva mio nonno "i gan ul cul in del buter".
Che lo dica la gente comune come me, non va bene. I miei figli, i figli dei miei parenti, amici conoscenti sono ragazzi che hanno lottato e lottano per vivere e destreggiarsi nel mondo del lavoro.
Mia figlia 300 euro al mese, geometra, contratto a termine; mio nipote meccanico e muratore, l'altra mia figlia maestra d'asilo, 36 chilometri al giorno per lavorare in officina. Ragazze italiane di 20-25 anni, cooperativa, 2/3 settimane di contratto, diplomate, 3 turni di lavoro compreso il sabato notte; 1100 euro al mese.
Vorrei chiedere a quello che diceva "Non hanno voglia di lavorare", dov'era lui negli anni 70? Io me lo ricordo, aveva i capelli lunghi, la camicia a fiori, era a Montalbano al raduno hippy di "Re Nudo"; fate l'amore non la guerra, musica, casino e qualcosa d'altro. Tu eri lì quando al mattino scendevi a piedi e gli adulti di allora ti dicevano "cappelloni, lazzaroni, "ni a laurà". Hai, abbiamo avuto la fortuna che la situazione economica era diversa, c'era lavoro. Hai, abbiamo avuto la possibilità di rientrare nel gioco. I ragazzi di adesso sono penalizzatissimi, la crisi economica vieta loro di potersi esprimere, hanno solo possibilità di sopravvivere. La colpa non è loro, è nostra.
Gianfranco Longhi
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