Editoriali / Circondario
Lunedì 19 Agosto 2013
Valmadrera, il forno brucia meno
Addio al teleriscaldamento
La crisi taglia i consumi e quindi anche gli scarti: meno rifiuti . In più la Regione impone limiti, così non resta che archiviare il progetto. Il Comune: «Meglio così, meno masse inquinanti immesse nell’atmosfera»
Stop al teleriscaldamento: occorrerebbe bruciare al massimo, affinché il forno inceneritore di Silea potesse alimentare un sistema funzionale; al momento la crisi economica ha ridotto però i consumi e, perciò, anche gli scarti delle famiglie lecchesi. Com’è stato riconfermato anche recentemente dall’assessorato provinciale all’ambiente, tirando le somme del 2012 la produzione di rifiuti è in calo su tutto il territorio; frattanto, la Regione ha annunciato la cosiddetta «moratoria» sullo smaltimento, bloccando cioè l’aumento delle potenzialità autorizzate per i forni esistenti : così fino all’approvazione del nuovo programma di settore su scala lombarda.
«Il forno di Valmadrera, però, è sovradimensionato», informano dalla dirigenza; viene sorpreso dal provvedimento a metà strada, mentre era in corso la verifica sul campo del progetto commissionato anni fa dalla società Silea stessa al Politecnico di Milano: la rete di teleriscaldamento doveva servire Lecco e le proprietà anzitutto pubbliche dei comuni circostanti sfruttando il calore prodotto dall’incenerimento. «Lo studio – informa il direttore Marco Peverelli- ha dimostrato la sostenibilità dal punto di vista tecnico; economicamente, il progetto può stare in piedi solo se il forno venisse gestito al massimo flusso termico».
Il condizionale è d’obbligo: è autorizzato per 87mila tonnellate l’anno mentre quantitativi tra le 91.000 e le 123.000 tonnellate «costituiscono l’effettiva funzionalità tecnologica dell’impianto»; la domanda d’incremento è in attesa del sì del Pirellone mentre, tuttavia, il suo orientamento è drasticamente cambiato: sembra che possa tirare un sospiro solo il Comune, per il quale le 87mila tonnellate sono considerate da sempre la «linea del Piave», invalicabile perché «l’aumento di potenzialità comporterebbe più masse inquinanti immesse in atmosfera – per il sindaco Marco Rusconi – Inoltre, per trasportare fino a 123.000 tonnellate all’anno di rifiuti è inevitabile l’impennata dei mezzi pesanti inaccettabile in una zona dove sono presenti anche abitazioni». Senza l’incremento, però, il teleriscaldamento non può decollare.
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