Editoriali / Circondario
Martedì 13 Maggio 2014
Valgreghentino, risorge la Algat
Riassume 35 dei suoi dipendenti
Altri 5 andranno in pensione e i 9 restanti potranno trovare posto nel gruppo Cln. Una svolta felice: è il primo caso sul territorio di azienda in fallimento che si salva
La Algat di Valgreghentino è salva. Da metà maggio nello stabilimento si tornerà a lavorare a pieno regime, lasciandosi definitivamente alle spalle una triste storia di crisi, culminata con una procedura fallimentare.
I dipendenti dell’azienda ancora stentano a credere che tutta la vicenda si sia davvero conclusa con un esito tanto positivo, dal momento che non ci sono casi analoghi sul territorio. Da quando è cominciata la crisi praticamente nessuna delle aziende entrate in concordato o in fallimento si è salvata
La Algat era finita in una procedura fallimentare a giugno dello scorso anno per colpa di pesanti tensioni finanziarie e l’impossibilità di pagare i debiti dal momento che i clienti avevano lasciato parecchie fatture in sospeso. L’azienda, che si occupa di stampaggio di parti di lamiera per il settore automotive, ha tre sedi produttive, una a Valgreghentino con 49 dipendenti, un’altra a Cuneo (200 dipendenti) e Torino (100 dipendenti), e il cliente più importante è la Fiat, ma non solo. A causa della crisi è stata aperta una procedura di cassa integrazione straordinaria per tutti i dipendenti, anche se qui a Valgreghentino, per tanti mesi, i dipendenti hanno continuato a lavorare a singhiozzo, per non perdere i clienti.
La situazione era precipitata a febbraio quando la prima asta di gara era andata deserta: nessun imprenditore si era fatto avanti per rilevare le società. Si è passati a una seconda asta e questa volta il gruppo Cln, attraverso una sua controllata, ha avanzato un’offerta per le sedi di Valgreghentino e Torino. E se inizialmente erano solo 25 i dipendenti “salvabili”, grazie a una complessa contrattazione, saranno 35 le persone che rientreranno in azienda. Altre cinque persone, avendo raggiunto i limiti di età e di contribuzione, potranno andare in pensione, mentre per altre nove persone resta aperta la possibilità di essere assunti in una delle controllate del gruppo Cln, colosso nel settore della metalmeccanica. Chiusa la trattativa sindacale, la nuova Algat potrà tornare a lavorare a pieno regime. L’obiettivo di Cln è diventare un fornitore di riferimento per il gruppo Fiat, che da Maserati ad Alfa Romeo sta rimettendo in moto molte linee produttive.
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