Editoriali / Merate e Casatese
Martedì 09 Luglio 2013
Sirtori, i genitori di Samuele
«Ricorso, non ci arrendiamo»
Non cambia la situazione di Samuele Corbetta, il volontario sirtorese di 32 anni condannato in primo grado ad una pena di 8 anni per presunti abusi di natura sessuale su una bimba.
Dovrà restare in carcere almeno otto mesi, per la disperazione della famiglia che ancora lo assiste in Guatemala.
Proprio il padre Roberto Corbetta , la madre Emiliana Colombo e la zia Lidia zia non hanno intenzione di mollare la presa e di continuare nella difesa del figlio e nipote. Si sono affidati ad un pool di avvocati locali che presenteranno un ricorso speciale in appello che durerà dai sei agli otto mesi, tempo che il giovane volontario trascorrerà in carcere. Per fortuna il giovane è già stato trasferito in una struttura della capitale, Città del Guatemala, meno dura rispetto a quella di Antigua dove era stato incarcerato appena dopo la sentenza del tribunale. L’arresto era stato eseguito praticamente in tempo reale, quasi senza neppure dare a Samuele il tempo di prepararsi, né psicologicamente né materialmente. «Non ci resta altro che augurarci che l’appello vada bene e che il collegio di 3 giudici operi in modo onesto e obbiettivo» dice la famiglia, che ha pesantemente contestato il verdetto del giudice monocratico di primo grado. «A favore di Samuele hanno deposto 11 testimoni, sono stati prodotti referti medici e scientifici che lo scagionano totalmente, la ricostruzione analitica e dettagliata degli eventi di quel tragico giorno (peraltro respinta come prova dal giudice) avrebbero dimostrato senza alcun dubbio che quel fatto non sarebbe mai potuto succedere. Tutto questo non è stato minimamente tenuto in considerazione, non è servito a niente»: ecco come i parenti hanno vissuto i quattro mesi di un processo, un tempo inimmaginabile per chi è abituato alla giustizia italiana. Le speranze della famiglia ormai sono tutte nell’appello speciale: «È previsto, in caso di conferma della condanna, un secondo ricorso in appello presso la Corte Costituzionale ma noi speriamo di non arrivarci. La nostra fiducia nel sistema giudiziario di questo paese sta vacillando e non ci arrenderemo finche’non vedremo Samuele fuori di prigione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA