Editoriali / Valchiavenna
Giovedì 07 Marzo 2019
Si scava nel fiume per rimuovere la frana
Appaltati a Piuro i lavori per ripulire l’asta del Mera dal materiale inerte uscito dalla diga di Villa di Chiavenna. Ci vorrà del tempo per cancellare i segni lasciati dal Cengalo sul versante italiano. Stanziati oltre 2 milioni di euro
Via il materiale del Cengalo dall’alveo del fiume Mera. Escavatore nel fiume in questi giorni per la prima delle operazioni di rimozione dei depositi di materiale arrivati dalla diga di Villa di Chiavenna dopo l’apertura della stessa in seguito alla colata di fango, sasso e detriti proveniente dal fiume Cengalo.
I lavori erano stati annunciati prima dell’inverno. Il tempo di fare la gara d’appalto ed è arrivata l’apertura del cantiere. Avvenuta lunedì. L’intervento riguarda alcune centinaia di metri di fiume non molto protetto da arginature compreso tra l’area dei ruderi del Belfort e il ponte che dalla Statale 37 porta al nucleo di Scilano.Una parte di fiume caratterizzata da pendenze molto basse, dove il materiale si è depositato in grandi quantità. Tanto che in alcuni momenti di bassa portata durante l’estate è possibile attraversarlo a piedi. Quando la portata aumenta, invece, si presentano problemi opposti con un rischio di esondazione da non sottovalutare. L’intervento sarà realizzato direttamente dall’Ufficio Territoriale Regionale per una spesa di circa 80 mila euro. Completamente finanziati da Milano. L’alveo sarà ripulito entro la fine della primavera.
Se per Piuro i lavori sono già iniziati, per quelli previsti a Chiavenna bisognerà attendere ancora. Convocata, infatti, nei giorni scorsi la conferenza dei servizi che dovrà approvare il progetto definitivo licenziato dalla Comunità Montana Valchiavenna. Si parla di un intervento decisamente più grosso. L’importo previsto è di 600 mila euro per lo svuotamento dell’alveo e la sistemazione delle arginature in tre diversi punti del fiume nel tratto che attraversa la città. A differenza dell’intervento di Piuro, questo sarà realizzato interamente dalla Comunità Montana.
Per il resto dell’asta, in particolare il fondovalle dove di materiale accumulato ce n’è ancora tanto, ci si affiderà al progetto Interreg Ge.ri.ko. Finanziato nelle scorse settimana. Un progetto di collaborazione transfrontaliera per un complesso pacchetto di interventi che oltre al recupero della continuità fluviale e a opere di contenimento idraulico prevede lo studio di modalità di gestione degli invasi da adottare al di là e al di qua dal confine. Il finanziamento per la parte italiana ammonta a 1,8 milioni di euro. Seicentosessantadue alla Comunità Montana. Contributi minori per gli altri partner, che sono l’ufficio territoriale regionale di Sondrio, l’Università degli studi di Milano, il Politecnico di Milano, l’Università dell’Insubria, la Riserva Naturale del Pian di Spagna, l’Unione Pesca Sportiva e la società Blu Progetti di Varese.
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