Russia: Come crescono i “piccoli Putin”

Piccoli Putin crescono. Qualche milione – la massa – sempre più indottrinati al militarismo nelle scuole russe, dove già ai ragazzini di 13-14 anni viene insegnato a prepararsi al combattimento individuale e “a valutare i rischi di violare la disciplina militare”. Due anni dopo, i preadolescenti russi dovranno seguire programmi intensivi di preparazione militare (a tutto scapito di materie come diritto ed economia) ed essere in grado di usare il fucile d’assalto kalashnikov, quello di precisione Dragunov per i cecchini, lanciagranate e bombe a mano, oltre che di apprendere “nozioni sulla guerra psicologica d’informazione”: insomma, a trasformarsi non solo in giovani soldati, ma anche in troll nemici dell’Occidente.

Ma questo riguarda, appunto, una generazione che viene rapidamente trasformata dal regime putiniano in combattenti fanatizzati. Poi ci sono i “piccoli Putin” in senso stretto: i giovanissimi figli del dittatore, che conducono una vita decisamente a parte, due reclusi di lusso che vivono nella segretezza, magari destinati un giorno a rivestire un ruolo di comando nello Stato che il loro padre ha voluto trasformare in una macchina da guerra. Sono i piccoli Ivan e Vladimir junior (nove e cinque anni d’età), nati dalla relazione di Putin (classe 1952) con la sua amante semi ufficiale, la ex ginnasta Alina Kabaeva, più giovane di lui di quasi trent’anni.

È’ stato necessario il lavoro di un sito giornalistico investigativo russo – il Dossier Centre - che fa riferimento al leader dell’opposizione in esilio Mikhail Khodorkovskij per venire a conoscere i dettagli di questo segreto di Stato. I piccoli Putin trascorrono la maggior parte dell’anno in una residenza di lusso con un vasto parco vicino al lago Valdai, a nord-ovest di Mosca. Sono protetti dalla fidata Guardia Federale del Cremlino e perfino da un sistema difensivo anti aereo. Ivan e Vlad junior hanno a loro disposizione un piccolo esercito di governanti, insegnanti privati e ufficiali della Guardia, ma vivono di fatto isolati dal resto del mondo e – segnatamente – dalla compagnia dei loro coetanei.

La fonte del rapporto (un ex membro dello staff che ha parlato a condizione di stretto anonimato, per intuibili ragioni di sicurezza personale) racconta che i due bambini “devono giocare da soli o con degli adulti” e che “incontrano i loro genitori solo a tarda sera”. La loro vita è scandita da orari piuttosto rigidi, e soprattutto è condizionata dalle paranoie tipiche del loro potente padre: pranzo a mezzogiorno, riposino e sveglia per seguire lezioni private e praticare sport. I cuochi sono privati, e preparano per ciascuno di loro piatti distinti: come il padre, bevono soltanto dalle loro tazze personali per timore di avvelenamenti.

Nel parco ci sono due pony, conigli e un cane San Bernardo. Nessuno conosce le date esatte di nascita dei due rampolli del dittatore (un po’ nello stile nordcoreano: l’età esatta del leader del regime Kim Jong-un è ignota), si sa solo che Ivan è nato nella primavera del 2015 in una clinica di Lugano e Vladimir junior nella primavera del 2019 a Mosca. Le modalità di ingaggio di precettori, insegnanti di lingue (inglese, tedesca e cinese) e governanti sono quelle tipiche dei super ricchi russi, dei quali Putin rappresenta in fondo il vertice di una piramide mafiosa: ci si rivolge anonimamente a compagnie specializzate come English Nanny , avvertendo solo che la famiglia vive isolata e che è richiesta una quarantena di due settimane prima di cominciare il lavoro. Solo in seguito verrà precisato che i clienti sono Putin e famiglia. Gli stipendi offerti sono molto alti (circa 7.000 euro mensili) e Putin, che in passato aveva avuto nel suo staff anche personale britannico, ora preferisce selezionare dei sudafricani, ritenuti più filorussi.

Le vacanze invernali dei piccoli Putin si svolgono in totale segretezza (i documenti personali sono “coperti” in stile Kgb) in un residence di lusso presso Krasnaia Poljana (dove si può sciare), mentre quelle estive prevedono il mare: yacht di lusso nel Golfo di Finlandia o sul Mar Nero, con occasionali puntate ai laghi del Nord russo. I trasferimenti avvengono con jet privati o treni blindati.

Ma come si svolgono le serate di Putin con i suoi piccoli eredi? Pare che si giochi molto col Lego e che si vedano film, con il piccolo Ivan che costringe il padre a un esercizio di pazienza perché adora i film d’animazione della Disney che lui detesta. Viene in mente una vecchia canzone dei Rolling Stones, “Jigsaw puzzle”: “Il gangster mette molta paura, con la sua grossa pistola in mano – cantava Mick Jagger -, ma quando torna a casa dai suoi bambini è un padre di famiglia”…

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