Editoriali / Lecco città
Mercoledì 09 Luglio 2014
Province, non c’è il decreto
«Si rischia lo sbando»
Promesso entro il 7 luglio per chiarire le funzioni dei nuovi enti non elettivi, finora non ce n’è traccia. Tutti disorientati. Il presidente vicario Stefano Simonetti: «E’ una situazione imbarazzante». Preoccupati per il futuro i 240 dipendenti
L’indicazione era chiara: entro tre mesi dal 7 aprile – data di entrata in vigore della legge Delrio – la nuova geografia delle competenze tolte alle Province sarebbe dovuta essere definita, scritta nero su bianco in un decreto attuativo che avrebbe dovuto chiarire ogni singolo aspetto della trasformazione voluta dal Governo Renzi.
Ma, ad oggi, non si sa ancora nulla: nessuna certezza su chi si occuperà delle funzioni “strappate” a questi enti intermedi tanto invisi a Roma; nessuna notizia sulle risorse che serviranno a garantirle; nemmeno alcuna informazione sul destino dei dipendenti delle Province, che si ritrovano in una sorta di limbo dal quale non vedono l’ora di uscire.
Regna l’incertezza
«Siamo di fronte a una situazione imbarazzante – afferma il presidente vicario Stefano Simonetti, che da mesi si sgola contro questa riforma e che appare ormai quasi rassegnato -. Nel decreto Irpef il Governo ci ha tagliato altri 2,8 milioni. Grazie al lavoro dell’assessore al bilancio Ennio Fumagalli abbiamo trovato le risorse per garantire l’accensione dei riscaldamenti fino a fine anno, ma poi? I reali effetti di questa sciagurata riforma si comprenderanno appieno solo nei prossimi mesi».
Sull’argomento è intervenuto anche l’ex presidente, ora sottosegretario in Regione, Daniele Nava, che ha criticato l’uscita del ministro degli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, capace di chiedere ai presidenti provinciali «massima collaborazione» per continuare a garantire i servizi ai cittadini. Una dichiarazione «sorprendente e anche curiosa – afferma Nava -. Da tempo lamentiamo la mancanza dei fondi necessari ad assicurare la continuità dei servizi senza ricevere risposta. Condizione fondamentale per avviare la riforma Delrio è proprio la disponibilità dei finanziamenti».
Ma intanto tra i 240 dipendenti dell’ente lecchese comincia a serpeggiare l’ansia per il futuro: la situazione di incertezza pesa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA