Editoriali / Lecco città
Martedì 07 Ottobre 2014
«Mercato immobiliare
Qui è calma piatta»
Il presidente Ance, Sergio Piazza, conferma il dato: a Lecco il numero di case invendute è superiore alla media nazionale. Secondo il Sole24Ore ai piani alti nella classifica di chi fa peggio. «Devono ripartire credito e fiducia»
«Non ho alcuna sensazione di ripresa del settore immobiliare sul nostro territorio e non vedo un gran mercato nemmeno per quanto riguarda le vendite di case di nuovissima costruzione».
Il presidente di Ance Lecco, Sergio Piazza, afferma di non essere sorpreso dai dati, pubblicati ieri dal Sole24Ore, che collocano Lecco fra i capoluoghi di provincia con un numero di case invendute superiore alla media nazionale. Se in Italia ogni 1.000 abitazioni iscritte a catasto ce ne sono 15,8 invendute, a Lecco il dato sale a 18,7, con un totale di 1.270 abitazioni nuove e 2.570 usate.
La classifica elaborata dal Sole 24 Ore su base dati dell’Istituto di ricerca Scenari Immobiliari vede Lecco al 24mo posto nazionale su 103 province, dove al primo posto c’è chi fa peggio (La Spezia, con 26,5 case invendute ogni 1.000 esistenti) e all’ultimo l’Aquila che con sole 4,8 case invendute registra evidentemente l’eccezionalità della situazione post-terremoto.
Tuttavia a far peggio di Lecco c’è anche il dato congiunto delle due province di Milano e Monza Brianza, con 21,7 abitazioni invendute su mille iscritte a Catasto, in una situazione complessiva nazionale in cui nell’ultimo anno le compravendite registrano un nuovo calo (-1% su base annua) e ci sono 540.000 case in vendita di cui oltre un quarto (26%) sono di nuova costruzione.
«Non ci sono iniziative che tengano se non riparte il credito da parte delle banche e la fiducia nello spendere da parte delle famiglie. Oggi – spiega Piazza – i costruttori che riescono a vendere le case in corso di realizzazione, o quelle che vedremo nascere nei prossimi mesi, sono coloro che a monte hanno fatto approfondite ricerche di mercato e, in pratica, hanno iniziato a costruire quando hanno perlomeno portato a casa già qualche prenotazione. Ma sono una quota infinitesimale rispetto al problema complessivo. Ed essendo case in classe alta e di maggior qualità trovano più facilmente clienti fra chi non è costretto a chiedere un mutuo».
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