Editoriali / Lecco città
Giovedì 27 Giugno 2013
Lorenzo Riva, Federmeccanica
«Lavoro se riparte l’economia»
Più Europa e meno Italia, questa potrebbe essere la carta vincente per risollevare l’economia locale.
La nuova tendenza è quella di cercare un sostegno da parte della Commissione Europea per affrontare le difficoltà che attanagliano l’economia locale, logorata da livelli di tassazione altissimi, strangolata da mille balzelli burocratici, e mai sostenuta dal governo che continua a non comprendere le reali esigenze dell’industria.
Ne abbiamo parlato con Lorenzo Riva, presidente di Federmeccanica Lecco, l’associazione che aderisce a Confindustria e che riunisce le imprese metalmeccaniche del territorio.
«La situazione è davvero molto grave e complessa – racconta Riva – e alla congiuntura sfavorevole che assedia l’Italia si aggiungono ora segnali poco incoraggianti sul fronte europeo. Questo ci preoccupa perché l’Europa resta il nostro mercato di riferimento per l’export e se i nostri paesi di riferimenti arretrano, si rischia di invischiare nella crisi anche quelle imprese che fino a oggi erano sopravvissute proprio grazie alle esportazioni».
Da qui la necessità di misure incisive da parte del governo che tuttora mancano. Proprio ieri il premier Letta ha varato con soddisfazione un disegno di legge da 1,5 miliardi a favore dell’occupazione giovanile under 29 che tuttavia il numero uno di Federmeccanica ha salutato con scetticismo: «Non è sufficiente. I posti di lavoro non si creano gettando soldi a favore dell’occupazione giovanile ma rilanciando l’economia e quindi mettendo davvero le imprese in condizioni di assumere».
Il concetto l’ha spiegato bene l’economista Tito Boeri che ha detto: «Questa misura rischia di essere uno spreco di denaro pubblico. Perché i fondi vengono usati da aziende che comunque avrebbero assunto personale e quindi non si incentivano davvero le assunzioni. In più c’è anche il fatto che, essendo questa una defiscalizzazione degli oneri contributivi, si trasferiscono oneri sulle generazioni future e avremo delle pensioni da pagare a fronte di oneri e contributi non pagati».
Un pacchetto molto al di sotto delle aspettative, dunque. Come ribadisce anche Lorenzo Riva: «Le imprese hanno proceduto negli anni passati al taglio degli esuberi e ora la forza lavoro è all’osso. Al massimo si assume al momento del turn over».
E aggiunge ancora: «Per questo avremmo auspicato la creazione di un sistema di staffetta alla tedesca, che prevede il tempo part time per le persone prossime alla pensione e l’assunzione di un giovane che nei primi anni potrebbe avvalersi di un training di formazione garantito proprio dal personale pensionabile. Anche questa volta non ci hanno ascoltato».
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