Liberazione in “sordina” nella festa degli 80 anni

Baruffa politica intorno ai cinque giorni di lutto nazionale proclamato dal Consiglio dei ministri di martedì per manifestare il pubblico cordoglio della Repubblica per la scomparsa del Papa e vescovo di Roma.

Lutto da subito e fino al 26 aprile, quindi comprendente anche il 25, giorno in cui si festeggia la Liberazione dal Nazifascismo, peraltro quest’anno ricorre l’ottantesimo anniversario.

E qui è deflagrato un caso politico innescato dalle dichiarazioni del ministro della Protezione Civile Nello Musumeci (FdI) che ha detto: “Tutte le manifestazioni saranno consentite ma naturalmente dovranno avere il carattere sobrio che la circostanza impone”.

Quel verbo – “consentire” – e quell’aggettivo – “sobrio” – hanno fatto scattare come una molla i rappresentanti della sinistra radicale, e non solo. Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (AVS) hanno scorto nella decisione del governo un modo obliquo e furbesco per mettere la sordina alla manifestazione antifascista, evento in cui ogni anno i comportamenti degli eredi del Movimento Sociale Italiano sono osservati col microscopio per saggiarne la capacità di aderire o meno a celebrazioni, di per sé storicamente estranee alla loro identità (il Msi fu fondato dagli eredi della Repubblica di Salò).

I fulmini della sinistra sono stati scagliati contro Musumeci e la stessa Meloni. «Non ci metteranno la mordacchia!», hanno dichiarato insieme Fratoianni e Bonelli, «non dimentichino che il 25 si celebra la Li-be-ra-zio-ne!». Più pacato il commento di Carlo Calenda («Il lutto non impedisce niente») e pragmatica la decisione del Pd: i democratici hanno rinunciato a tutte le manifestazioni pubbliche tranne, appunto, quelle del 25 che si terranno regolarmente. Del resto, regolarmente ci sarà la tradizionale cerimonia alla tomba del Milite Ignoto al Vittoriale di Roma cui partecipano il capo dello Stato (che poi volerà a Genova, città medaglia d’oro della Resistenza che si ribellò al congresso del 1960 del Msi , e ci furono anche dei morti) e la presidente del Consiglio. Meloni ha disdetto la missione diplomatica in Uzbekistan che la vedeva impegnata nel fine settimana e anche la sua partecipazione al premier time al Senato che è stato rimandato ad altra data. Viceversa ci sono state sedute parlamentari (a Camera e Senato riuniti) per commemorare Papa Bergoglio, e a queste cerimonie ha partecipato anche la premier.

In caso di lutto nazionale gli esponenti delle istituzioni sono tenuti a partecipare solo a manifestazioni ufficiali o di beneficenza, e anche in questa regola la sinistra ha visto una scappatoia per i ministri per non presentarsi ai cortei indetti dall’Anpi per il 25 Aprile.

C’è invece una certa attesa per capire se sabato, in occasione dei funerali papali, potrà esserci un incontro a latere tra Ue e Usa, visto che a Roma ci saranno, insieme ad altri duecento capi di Stato e di governo, anche Donald Trump e Ursula von der Leyen col presidente del Consiglio europeo Costa. Si ricorderà che nella recente visita a Washington Giorgia Meloni aveva invitato Trump a Roma per organizzare un incontro bilaterale con i vertici europei, invito che era stato accettato anche se senza fissare una data precisa. Ora la coincidenza con i funerali potrebbe agevolare il passo diplomatico, ma da Bruxelles hanno fatto capire che i tempi non sono ancora maturi. Del resto nei giorni passati si è avuta notizia di un intenso lavorio (soprattutto di francesi, polacchi, spagnoli – ma forse anche dei tedeschi) per non concedere al governo italiano di centrodestra una tale ricca occasione per dimostrare di essere nei fatti il “pontiere” tra le due sponde dell’Atlantico.

Le sponde sono lontane come mai prima, forse un po’ meno delle capitali europee tra loro.

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