Editoriali / Lecco città
Venerdì 11 Aprile 2014
Lecco,«Serve accoglienza
per dieci profughi»
L’appello del prefetto Antonia Bellomo: ne sono arrivati trenta, non per tutti è facile la sistemazione». L’invito esplicito ai Comuni è a farsi avanti
LECCO
Non ha usato mezzi termini il prefetto di Lecco Antonia Bellomo, invitata alla presentazione della nuova gestione della casa di riposo Borsieri.
Con piglio deciso ha sottolineato come «Pare che tutte le istituzioni siano investite da un terremoto che ci fa perdere di vista i valori fondanti della nostra coesistenza ovvero la solidarietà e il mettere al centro l’uomo».
Inizialmente la platea della sala Ticozzi, che stava ospitando la serata, non ha compreso il senso delle parole del prefetto. Ma Bellomo è stata chiara: «Stiamo cercando posto per i trenta migranti che lo Stato ci ha inviato ma purtroppo, pur non essendo un numero enorme, per almeno dieci di loro non abbiamo a questa sera certezze». Il prefetto, però, non ha dato la colpa alla scarsa generosità dei lecchesi. «Non c’è atteggiamento di ritrosia o di chiusura, ma ci sono parecchi casi di difficoltà economica che vanno a inficiare situazioni di questo tipo. Non vogliamo accogliere questi profughi solo per procurare loro del cibo o per tenerli a dormire, senza offrire loro una reale possibilità. Vorremmo dar loro più di questo, ma in questo momento sembra quasi impossibile». Il territorio di Lecco, tra l’altro non è quello che sta accogliendo il maggior numero di profughi: 60 infatti sono ospitati a Bergamo, 50 a Brescia, 50 a Como, 50 a Cremona, 50 a Mantova, 50 a Monza, 50 a Pavia, 50 a Sondrio e 40 a Varese. Lecco, dunque, è la provincia lombarda con la minor presenza di profughi dell’ultima ora (anche se molti altri ne ha accolti solo pochi giorni or sono). Il prefetto Bellomo, si è scusata per aver portato questa pausa di amara riflessione nel corso dei festeggiamenti per la nuova gestione della Borsieri. «Però è difficile accettare queste cose. Provo un po’ di tristezza e delusione nel vedere quanto bene ci sia e, al contempo, quante difficoltà si incontrino in questi frangenti. Sono un po’ amareggiata perché mi sono detta: possibile che in 90 comuni lecchesi non ci sia un posto per questi trenta migranti? Non sono nemmeno uno per comune. Per ora le risposte positive non sono arrivate. Mi auguro che arrivino presto…».
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