
Editoriali / Lecco città
Martedì 11 Febbraio 2014
Lecco, la vecchia eroina
adesso è “rispettabile”
Non più mitizzata e maledetta come negli anni ’70. La fotografia della comunità “Il Gabbiano”
«Parecchio diffusa tra i giovani adulti.tra i 30 e i 40 anni. Invisibili»

Sostavano in piazza Garibaldi sotto il Credito e esibivano la tossicodipendenza quasi come una bandiera.
Il drogato anni ’70-’80, conciato e derelitto, votato all’eroina da iniettare in vena con la “spada”, la siringa assurta ai fasti di un nobile mezzo per raggiungere le dimensioni psichedeliche di uno stato mentale superiore, ormai non esiste più.
Ma l’eroina c’è ancora e sopravvive alla faccia delle sostanze più attuali, imposte dal mercato: cocaina, pasticche e altre polveri chimiche non l’hanno scalzata. Però non ha più i caratteri del mito coltivato da una generazione che ha lasciato sul campo una scia di morti per overdose e Aids
Il Sert di Lecco parla di 600 consumatori e al Gabbiano, la comunità che si occupa dei problemi di tossicodipendenza e alcolismo, disegnano una figura di consumatore dalle caratteristiche ben diverse e molto più sfuggenti: chi fa uso di eroina oggi ha tra i 30 e i 40 anni, e mantiene un profilo di invisibilità . Non ci tiene a mettere in mostra il suo vizio, che esercita non in esclusiva, ma spesso in associazione ad altre sostanze. Che assume perlopiù in un altro modo, meno cruento e simbolico: l 'eroina la fuma o la sniffa come fa come con la cocaina. Gli effetti sono comunque devastanti, la dipendenza fortissima e la battaglia ingaggiata dagli ospiti della comunità altrettanto dura.
«L’eroina non solo resiste,ma l’impressione è che anche nel prossimo futuro troverà una nuova diffusione - spiega Patrizia De Filippi, psicologa del Gabbiano e responsabile del servizio di strada che si occupa di prevenzione nei luoghi sensibili come i bar e le discoteche - Questione di mercato: la cocaina costa, l’eroina è più conveniente e a portata di tasca, tanto più in questi tempi di crisi».
Ma non fa breccia nel mondo dei giovanissimi. «Molto pochi i ragazzi tra i 14 e i 25 anni che l’hanno sperimentata - dice De Filippi: le percentuali di diffusione sono bassissime. Qualcuno l’ha fumata, certo, ma stiamo parlando di casi problematici. Nel target di ragazzi normali che abbiamo sott’occhio negli incontri con le scuole, l’eroina è più che marginale».
Consola che, a differenza di 20 o 30 anni fa, l’eroina non sia più la droga dei giovanissimi? E che anche la cocaina non trovi qui un terreno fertile?
Fino a un certo punto se è vero che le sostanze le conoscono e ne fanno anche un discreto uso: «Cannabis e alcol sono consumati da una buona percentuale di loro -informa la psicologa - Ma bisogna poi distinguere tra l’uso per così dire fisiologico che rientra nella sperimentazione adolescenziale destinata a restare episodica e invece l’abuso che denuncia un problema vero. Anche perché l’alcol e la cannabis, in questi casi, aprono la porta ad altre sostanze in un crescendo destinato a trasformarsi in tossicodipendenza conclamata. Allora sì che diventa facile incontrare anche l’eroina e la cocaina».
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