Editoriali / Lago
Martedì 03 Giugno 2014
Lecco, la Tasi è un caos
Parola d’ordine “buonsenso”
Spostare la scadenza di un mese può rivelarsi un problema ma non ci sono preclusioni a prescindere. Il problema dei piccoli Comuni - Il sindaco di Perledo: «Poche riserve in cassa, chi pagherà i fornitori»
Nessuna preclusione a prescindere: gli amministratori dei venti Comuni lecchesi che hanno applicato la Tasi entro il termine fissato originariamente nel 23 maggio scorso useranno la necessaria elasticità nell’andare a verificare quanti, dei circa 40mila lecchesi chiamati a versare la nuova tassa entro il 16 giugno, sforeranno la scadenza per problemi tecnici.
La questione è stata sollevata dai caaf nei giorni scorsi: la mole di domande che stanno ricevendo, contemporanea ad altre pratiche (Imu, 730, Red, Isee) tuttora in svolgimento, renderà di fatto impossibile, hanno spiegato, il riscontro positivo delle richieste di tutti i contribuenti. Per questo, Cgil, Cisl e Uil scriveranno una lettera unitaria ai sindaci perché non siano fiscali nell’andare ad applicare sanzioni e more del caso o spostino il termine di un mese.
In città, dove l’aliquota applicata è la più alta, almeno in questa tornata, l’assessore al bilancio Elisa Corti storce un po’ il naso («Avendo deliberato le scadenze sono quelle: parlare al solito di condoni non è educativo, né rispettoso nei confronti dei lecchesi, che sono contribuenti precisi»), ma poi conferma che anche Palazzo Bovara userà il necessario buonsenso. «Metteremo in atto tutti gli aiuti possibili: sul sito ci sono i programmi necessari per effettuare i calcoli e stampare l’F24 e gli uffici sono a disposizione. In ogni caso abbiamo già discusso di sanzioni e non saremo fiscali: come in passato ci comporteremo con ragionevolezza».
A rintuzzare la Corti, però, interviene Antonio Pasquini, consigliere comunale di Ncd, che stigmatizza la scelta compiuta dalla maggioranza.
La disponibilità espressa dall’assessore Corti, in ogni caso, trova riscontro anche a Casatenovo, dove il neo sindaco Filippo Galbiati ha già avuto modo di occuparsi della faccenda. «Abbiamo attivato un servizio, presso l’ufficio tributi, per favorire il calcolo della tariffa a beneficio dei cittadini. In ogni caso, si comprendono le difficoltà che i contribuenti possono incontrare e per questo motivo abbiamo deciso che per un certo periodo successivo alla scadenza non applicheremo sanzioni».
Chi è alla testa di un Comune di piccole dimensioni, però, pur non chiudendo la porta ha un approccio differente. È il caso di Carlo Signorelli, sindaco di Perledo, dove il problema è far quadrare i conti. «Noi non siamo come i grandi Comuni, che avendo i vincoli del patto di stabilità hanno comunque riserve consistenti; in cassa abbiamo circa 63mila euro. Questi Comuni additati di aver stangato i cittadini non hanno fatto altro che rispettare le leggi dello Stato. In ogni caso non siamo contrari a prescindere . Però poi, ai fornitori che non saremo in grado di pagare, cosa risponderemo?».
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