Editoriali / Lecco città
Lunedì 15 Settembre 2014
Lecco, la Tasi costa
22 euro più dell’Imu
Per la Cgia di Mestre siamo al 18° posto tra le città dove la nuova tassa è più pesante della precedente. Uno dei 27 Comuni su 76 che inaspriscono il prelievo sulla casa. Ma peggio Como, Bergamo e Sondrio
La città di Lecco nella top 20 dei Comuni che nel passaggio dall’Imu alla Tasi hanno calcato la mano in modo più consistente, affondandola nelle tasche dei cittadini.
È quanto sostiene la Cgia di Mestre in un’analisi approfondita, che ha messo in luce come in alcuni casi la stangata sia autentica. È il caso, ad esempio, di Verbania, dove tra l’Imu 2012 e la Tasi 2014 ballano ben 200 euro tondi, grazie al passaggio dai 123 ai 323 euro richiesti dall’ente locale.
Lecco, si diceva, in questa particolare classifica è tra le voci segnate in rosso dagli artigiani mestrini: la diciottesima, non invidiata, posizione è dovuta all’incremento del prelievo fiscale, passato da 390 a 412 euro. 22 euro in più, quindi, dovranno essere sborsati in base ai calcoli effettuati sulla rendita catastale media, considerando un’abitazione di tipo civile (categoria catastale A2).
Se in 2 Comuni su 3 il nuovo tributo risulterà più leggero rispetto alla vecchia imposta municipale, dunque, così non sarà per i lecchesi, che rientrano in quel terzo (27 Comuni su 76 al momento dell’elaborazione effettuata dall’Ufficio studi della Cgia) dove invece l’esborso sarà più alto.
In base a quanto si evince dal sito del ministero delle Finanze, Lecco è superiore anche alla media delle aliquote deliberate, che si attesta attorno al 2 per mille: con il suo 3,2 per mille fa parte dell’11% dei Comuni che ha superato il tetto massimo del 2,5 per mille.
Tornando al raffronto tra Imu e Tasi, comunque, le città capoluogo delle province limitrofe alla nostra stanno anche peggio. I sondriesi pagheranno 38 euro più dell’imposta municipale unica, e i bergamaschi 41 euro in più. Record a Como con 44.
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