Editoriali / Lecco città
Martedì 05 Novembre 2013
Lecco, tagliando la Provincia
si fa spazio a 43 bimbi negli asili
Quanto si risparmia tagliando il costo della politica (giunta e consiglieri)? Una cifra pari a 434 mila euro all’anno (spesa nel 2012), che equivarrebbe alla creazione di circa 43 nuovi posti negli asili nido. E’ un calcolo del ministero
LECCO
Quanto si risparmia tagliando il costo della politica della Provincia di Lecco?
Una cifra pari a 434 mila euro all’anno (spesa nel 2012), che equivarrebbe alla creazione di circa 43 nuovi posti negli asili nido.
Il calcolo riproduce in chiave lecchese quello del ministero per gli Affari regionali e le autonomie locali secondo il quale l’azzeramento degli enti intermedi tra Comuni e Regioni comporta di botto un avanzo di 113 milioni e 630mila euro (cioè il costo dei 4.200 politici provinciali italiani) che verrebbe utilmente impiegato in servizi sociali, come appunto una nuova accoglienza nelle scuole d’infanzia per 11.300 bambini italiani ora esclusi.
Ma è una guerra di cifre quella in corso tra i fautori dell’abolizione delle Province, tra cui spicca il ministro Graziano Delrio deciso ad affossarle entro la fine dell’anno con un decreto che le svuoterebbe di tutti gli apparati politici, e chi invece le difende a spada tratta confutando i presunti risparmi. Anzi, secondo i difensori delle Province che a Lecco sono tantissimi - a cominciare dalla stragrande maggioranza dei sindaci - con la Provincia si ottiene un’economia di scala che sarebbe vanificata suddividendo la gestione dei suoi servizi( principalmente la gestione delle 15 scuole superiori e dei circa 400 chilometri di strade extracomunali) tra i Comuni.
Anzi, l’aumento dei costi, secondo l’Upl (Unione delle Province italiane), sarebbe addirittura calcolabile intorno ai due miliardi all’anno.
Tornando alla nostra, di Provincia,resta aperto il dibattito se valga di più tenere in vita un ente che ci costa grosso modo come un deputato e mezzo, o se meglio sarebbe invece cominciare a tagliare la spesa pubblica sottoponendo il Parlamento a una drastica cura dimagrante, o, stando sul livello locale, procedendo prima ad accorpare i piccoli Comuni.
Fatto sta che quei 434mila euro che costano i 39 politici di Villa Locatelli (le indennità del presidente e degli otto assessori più i gettoni di presenza dei trenta consiglieri) corrispondono all’1,5% della spesa corrente (37 milioni 612 mila euro) . La giunta pesa sulle casse pubbliche per 385 mila euro all’anno, mentre i consiglieri in totale costano 49mila euro all’anno.
Tanto o poco? E soprattutto pesa utile o inutile? L’accordo non c’è. I circa 250 dipendenti dell’ente guardano all’altalena delle Province date per morte e poi sempre resuscitate a partire dall’estate del 2011 e ora di nuovo nel mirino con una tempistica strettissima (addio entro fine anno) con uno sfinimento crescente e qualche preoccupazione, di cui si era fatto interprete il delegato sindacale Francesco Mazzeo. Che aveva rilevato: «Non nego inefficienze e sprechi che però, nelle Province come ovunque, sono imputabili non alla loro inutilità quanto semmai alla cattiva gestione, laddove esiste. La buona amministrazione, invece, laddove esiste è al servizio dei cittadini».
Il ragionamento che sottende la difesa dell’ente è che il costo della politica è una briciola rispetto ai costi dei servizi (edilizia scolastica, strade, servizi sociali, tutela ambientale, promozione turistica) e del personale.
I 250 dipendenti lecchesi costano 9 milioni 110mila euro all’anno: una spesa che non sarà tagliata perché nessuno di loro sarà licenziato e finirà , una volta eventualmente abolita o ridimensionata la Provincia, spalmata sui vari altri enti pubblici che riassorbiranno il personale in esubero.
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