Editoriali / Lecco città
Sabato 10 Maggio 2014
Lecco, scacco al cuore “matto”
Con il dispositivo salvavita
Un defibrillatore impiantato su un paziente lecchese settantenne all’ospedale Manzoni: «Se c’è aritmia, scatta la terapia elettrica»
È stato impiantato al Manzoni su un paziente lecchese settantenne un defibrillatore cardiaco compatibile con la risonanza magnetica. Si tratta di un defibrillatore – spiegano i cardiologi Franco Ruffa e Camillo Gerosa che hanno eseguito l’operazione – destinato a cambiare la qualità di vita dei malati di aritmia.
«Un defibrillatore cardioverter impiantabile – spiega Ruffa - è un piccolo dispositivo salvavita indicato per i pazienti soggetti di fibrillazione ventricolare. Viene impiantato sottopelle, appena sotto la clavicola, con una operazione chirurgica di breve durata. Attraverso i due elettrocateteri, ossia sottili fili isolati, trasmette informazioni dal cuore al dispositivo e, ove necessario, conduce gli impulsi elettrici al muscolo cardiaco. Il defibrillatore è l’unico dispositivo in grado di riconoscere una tachiaritmia ventricolare maligna e di erogare automaticamente una terapia elettrica immediata in pazienti a rischio di morte cardiaca improvvisa».
Già rodato in altri cinque ospedali lombardi, questo defibrillatore di ultima generazione consente appunto di sottoporsi ad un esame importante come la risonanza magnetica: esame che, ad oggi, veniva praticamente preclusa a chi già ha un defibrillatore impiantato. Sono circa un centinaio gli impianti di defibrillatore all’ospedale di Lecco ogni anno, e 500 gli interventi di elettrofisiologia, la branchia della cardiologia che cura le aritmie.
Ma i vantaggi sono anche altri. «Il defibrillatore – spiega Camillo Gerosa - distingue le alterazioni del ritmo cardiaco pericolose da quelle innocue. Infatti, benché la maggioranza delle scosse erogate dal defibrillatore siano necessarie per trattare le aritmie potenzialmente fatali, secondo gli studi, circa il 20 % dei pazienti impiantati può subire scosse inappropriate, in risposta ad una aritmia benigna o rumore elettrico rilevato dal dispositivo». Il nuovo defibrillatore interviene solo nei casi corretti, riducendo il tasso degli choc inappropriati del 98 % l’anno».
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