Editoriali / Lecco città
Domenica 22 Giugno 2014
Lecco, gli rubano il computer
con dentro il suo poemetto
Disperato Angelo Aristide Milani: non ha salvato neanche una copia della sua ultima opera in dialetto intitolata “Il Viagra”. L’appello degli amici di via Bovara: «Un premio se verrà restituito, è un vecchio pc, non vale niente»
Angelo Aristide Milani, il poeta e scrittore con studio in via Bovara, è disperato. Un malintenzionato si è introdotto con destrezza nel suo studio e gli ha sottratto un vecchio netbook contenente la sua ultima opera: un poemetto in dialetto di 1040 versi, frutto del lavoro di anni.
Per questo, un gruppo di suoi amici di via Bovara capitanati dal pellicciaio Galli, lancia un appello: «Riportate ad Aristide Milani il vecchio portatile contenente il poemetto e sarà dato, nell’anonimato, un bel premio». Un modo per recuperare in qualche modo la magra refurtiva perché quel “portatile” è un “ferrovecchio”.
Ma questa refurtiva ha un valore altissimo per chi ci custodiva, senza salvarlo altrimenti, il suo poema. «L’avevo già messo in catalogo e il poemetto dovrebbe essere presentato il 12 dicembre prossimo. Si intitola “Il Viagra” e l’avevo scritto su un computer portatile, visto che ogni momento correggo una parola».
Ma cosa è successo? Un attimo di distrazione nel pomeriggio di venerdì. Uscito per dieci minuti dal suo studio per compiere pochi passi in direzione della pellicceria Galli dove lavora il suo amico pellicciaio, ha lasciato la porta socchiusa. «È una porta pesante da aprire – spiega Angelo Aristide Milani – e pertanto non l’ho chiusa. Ho fatto pochi passi e quando sono arrivato da Galli stavo mezzo dentro e mezzo fuori per sbirciare che nessuno entrasse nel mio studio. Eppure, evidentemente, qualcuno si è intrufolato e mi ha portato via il mio computer. Sicuramente un malintenzionato più che un ladro professionista visto che il mio pc non ha nessun valore».
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