Editoriali / Morbegno e bassa valle
Venerdì 30 Maggio 2014
Lecco, il ritorno del Crocione
sulla vetta del San Martino
Mancava da un mese e mezzo, tolto perché colpito da un fulmine. Il nuovo manufatto d’acciaio sarà posato domani dall’elicottero
Un fulmine aveva ferito in modo irreparabile la vecchia croce di legno - il Crocione , come è chiamato dai lecchesi - che alla fine era stata tolta per scongiurare il rischio che rovinasse sulla testa degli escursionisti.
Ora, dopo un mese e mezzo di assenza, un nuovo Crocione tornerà a vegliare la città dalla cima del San Martino, una delle mete più care e a portata di gamba dei cittadini , il percorso del cuore, a mezz’ora di fatica dalla cappelletta bianca dedicata alla Madonna.
Domani mattina l’elicottero proveniente da Talamona depositerà la croce sulla cima dove sarà installata dai volontari del Ger, il Gruppo escursionisti rancesi, che si possono considerare i custodi di quest’angolo amato delle montagne lecchesi. «Tempo permettendo, però», si cautela il presidente del Ger, Luigi Aondio.
La nuova croce che sostituisce quella installata nel 2007 non è più di legno ma di solido acciaio satinato: è alta cinque metri e i bracci hanno un’ampiezza di due metri e venti, per un peso di circa due quintali.
E’ stata prodotta dalla Carpenteria Olginatese che ha girato alla Casa sul Pozzo i 3.400 euro, raccolti dagli amici del Ger per pagare la sua realizzazione. Una storia di generosità a cascata, quella del nuovo Crocione, che ha origine appunto nel desiderio di perpetuare il ricordo della proverbiale generosità di Fabio Gariboldi, il volontario morto d’infarto a 45 anni una domenica mattina del settembre scorso proprio alla cappelletta del San Martino, mentre stava salendo al rifugio Piazza con gli amici del Ger.
E’ stato l’amico Gianmario Maver a mettere in moto di nuovo la macchina della generosità a cui hanno aderito con grande partecipazione molti lecchesi con lei contributi offerti volentieri al progetto di dare una nuova croce alla cima del monte: «Quale modo migliore per ricordare Fabio che dedicargli il Crocione?» Un atto concreto e utile a cui Maver ha dato il via disegnando il manufatto. E’ stato facilissimo riuscire nell’impresa. Domani, se non piove, l’ultimo atto.
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