Editoriali / Circondario
Giovedì 26 Giugno 2014
Lecco, Palermo davanti ai pm
L’ex consigliere nega ogni accusa
Metastasi, ieri l’interrogatorio, che proseguirà anche domani. L’avvocato: «Mai fatto parte di qualsivoglia associazione mafiosa»
Tre ore. Tanto è durato il confronto dell’ex consigliere comunale di Lecco Ernesto Palermo con i pubblici ministeri titolari dell’inchiesta Metastasi, ieri mattina.
Erano stati gli avvocati difensori del quarantacinquenne docente scolastico, casa a Galbiate, a chiedere l’interrogatorio: che - spiega l’avvocato Vincenzo Belvedere di Cosenza, che lo assiste con il collega Marcello Elia di Milano - non si è ancora concluso. Palermo sarà nuovamente sentito dai sostituti procuratori Bruna Albertini e Claudio Gittardi domani mattina, venerdì.
«Il signor Palermo ha negato ogni addebito, ha negato tutto ciò che afferisce l’ipotesi associativa e l’aggravante del metodo mafioso - spiega l’avvocato Belvedere -. Ha spiegato ai pubblici ministeri chi è e cosa fa, negando ogni coinvolgimento con qualsivoglia presunta organizzazione criminale. Ha fornito alla pubblica accusa ampie spiegazioni».
Come detto, l’interrogatorio proseguirà domani mattina, sempre davanti a entrambi i pubblici ministeri com’era avvenuto a metà maggio anche per Marco Rusconi, l’ex sindaco di Valmadrera scarcerato mercoledì della scorsa settimana dopo 77 giorni di carcerazione.
Gli imprenditori Antonello Redaelli e Saverio Lillu, sentiti nella giornata di martedì scorso, 17 giugno, sono stati interrogati invece dal solo pm Albertini.
A proposito di Redaelli e Lilliu, alla luce di quanto riferito nel corso del confronto della scorsa settimana con il pubblico ministero, gli avvocati difensori - rispettivamente Marcello Perillo e Vito Zotti - starebbero valutando l’ipotesi di presentare al giudice delle indagini preliminari Alfonsa Maria Ferraro istanza di scarcerazione, la stessa scelta procedurale, rivelatasi poi vincente, dei legali dell’ex sindaco di Valmadrera.
Una scelta che pare stiano valutando anche gli avvocati Marilena e Patrizia Guglielmana, che assistono l’imprenditore pescatese Claudio Crotta, l’indagato agli arresti in carcere con la posizione più “leggera”, dal momento che non gli è contestata l’associazione a delinquere di stampi mafioso.
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