Editoriali / Lecco città
Martedì 08 Luglio 2014
Lecco, padre Cupini sta meglio
E’ tornato nella sua Casa
Lunedì scorso ha lasciato l’ospedale di Lecco, dove era stato ricoverato il 13 giugno. Aveva avuto un malore, un’emorragia cerebrale che ha richiesto un immediato ricovero. «Desidero esprimere il ringraziamento più cordiale a quanti hanno collaborato al superamento positivo della mia condizione sanitaria»
LECCO
Padre Angelo Cupini è tornato a casa. Lunedì scorso ha lasciato l’ospedale di Lecco, dove era stato ricoverato il 13 giugno.
Si è così chiuso nel migliore dei modi quell’incidente di percorso, che aveva preoccupato non poco la nostra città. «Desidero esprimere il ringraziamento più cordiale a quanti hanno collaborato al superamento positivo della mia condizione sanitaria, - scrive lo stesso padre Angelo in un breve saluto - ai membri della comunità di via Gaggio e ai tanti amici che mio hanno fatto giungere il loro messaggio (li leggerò nei prossimi giorni), ai miei confratelli clarettiani. In modo particolare un grazie ai ragazzi di Crossing. Mi sono sentito accompagnato. Un abbraccio a tutti con un pensiero personale».
Padre Angelo aveva avuto un malore il 13 giugno; si è trattato di un’emorragia celebrale che ha richiesto un immediato ricovero. Pur nella serietà dell’episodio, si è capito abbastanza presto che la tempra di padre Angelo avrebbe superato anche questa prova. Lo spavento è stato comunque grande per tutti. La comunità lecchese, il sindaco Virginio Brivio in testa, ha seguito da vicino l’evolversi del quadro clinico, ed anche l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, tramite il vicario episcopale, si è tenuto sempre aggiornato sulla situazione. Persone sempre a disposizione di tutti, come padre Angelo, danno spesso l’impressione di essere impermeabili a qualsiasi fatica ma ovviamente non è così. Nei mesi che hanno preceduto il suo ricovero, padre Angelo ha vissuto prima linea avvenimenti che hanno segnato la nostra città.
Prima il dramma di Chiuso che ha visto come vittime innocenti Simona, Sidny e Keisi; poi l’inchiesta Metastasi con tutte le sue conseguenze. Tutte evenienze che hanno visto padre Angelo mettersi a disposizione, senza risparmio alcuno. In quelle settimane la Casa sul Pozzo a Chiuso, è diventata il luogo privilegiato dell’accoglienza di tutta la comunità. Proprio qualche giorno prima del suo malore, padre Angelo aveva voluto che venisse piantato un ciliegio a ricordo delle tre bambine. Motore di mille iniziative, forse padre Angelo ha voluto troppo dal suo fisico. Ora padre Angelo si merita un sacrosanto riposo.
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