Editoriali / Lecco città
Domenica 09 Febbraio 2014
Lecco, Diana De Marchi
E’ l’altra faccia del Pd
L’avversaria di Alessandro Alfieri alla segreteria regionale oggi pomeriggio in città ha messo in guardia da facili entusiasmi: Si dice che i circoli sono importanti, ma non hanno risorse e non vengono valorizzati. «Serve una rete vera e bisogna essere chiari e con obiettivi precisi, perché il nostro consenso non sta aumentando, anzi». Sostenuta dalla deputata Tentori è la candidata di Civati
Di sicuro è agguerrita, la candidata alla segreteria regionale del Pd Diana De Marchi, che oggi pomeriggio ha fatto tappa anche nel Lecchese – prima nella sede di via Parini in città, quindi ad Osnago – per incontrare, seppure brevemente, i cittadini e chiarire la propria linea d’azione.
Non per niente, al suo antagonista Alessandro Alfieri non le manda certo a dire, vista la critica tutt’altro che velata di aver avuto un ruolo nella disfatta alle ultime Regionali. Ma andiamo per ordine. A moderare gli interventi, Marco Longoni, membro lecchese della sua lista composta anche da Paolo Strina (capolista), Emanuele Panzeri, Chiara Narciso, Chiara Bonfanti, Laura Cattaneo, Marinella Maldini, Stefano Angelibusi e Linda Gatti. Longoni ha subito spiegato «perché votare Diana: perché è donna, madre, lavoratrice, insegnante, impegnata nel sociale e non è una politica di professione».
A sostenere Diana De Marchi è invece la parlamentare lecchese Veronica Tentori, soddisfatta per l’opportunità che i cittadini hanno avuto di conoscere personalmente i candidati. «La candidatura di Diana è in continuità con il progetto di innovazione interno al Partito Democratico che aveva messo in campo la candidatura di Pippo Civati alla segreteria nazionale», ha sottolineato .
La De Marchi non ha risparmiato dure critiche: «La segreteria regionale ha lavorato male, in quell’occasione, e di quella faceva parte anche Alfieri. Bisognerà quindi lavorare per formare una classe dirigente capace, valorizzando chi lavora sul territorio. Si dice che i circoli sono importanti, ma non hanno risorse e non vengono valorizzati. Serve una rete vera e bisogna essere chiari e con obiettivi precisi, perché il nostro consenso non sta aumentando, anzi».
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