Editoriali / Lecco città
Martedì 30 Settembre 2014
Lecco, crollano del 72,4%
i permessi per costruire
L’edilizia in flessione. Il dato è perfino superiore alla media nazionale. Il Sole 24 Ore ha fatto la fotografia del settore. Sergio Piazza (Ance): «La burocrazia è un freno enorme»
A Lecco l’edilizia ha tirato il freno a mano: tra il 2005 e il 2012 si è consumato un vero e proprio crollo nel numero dei permessi per costruire, diminuiti del 72,4%.
Un dato appena superiore alla media nazionale rilevata dal Sole 24 Ore (elaborazione di dati Istat), che ha fatto la fotografia della situazione a livello italiano. Crisi nera per il comparto, dunque: una cosa che già si sapeva, anche se forse non in questi termini.
A picchiare sugli edili è, inevitabilmente, la crisi economica, ma non solo. Un’incidenza consistente nel dare forma a questa situazione ce l’ha anche la burocrazia: in Italia servono mediamente 233 giorni per ottenere un permesso di costruire; una tempistica che vale al Belpaese il 112° posto nella classifica mondiale Doing Business della World Bank.
In ogni caso, c’è chi sta peggio di Lecco, in quanto a crollo dei permessi: a Ferrara il comparto si è quasi azzerato, con un -93,1% assolutamente pesante. Ma tanti stanno meglio, in questa particolare classifica. E tra chi ha subito una contrazione minore ci sono anche i territori confinanti di Como (-56,9%) e Sondrio (-55%), che evidentemente sono riusciti ad assorbire almeno un po’ meglio il contraccolpo.
«Il 70% in meno è un dato certamente coerente – è il commento di Sergio Piazza, presidente Ance -. La burocrazia è un freno enorme: posto che in Italia di disponibilità ce ne sono poche, se un investitore straniero decide di investire qui rischia di essere messo in fuga dalla burocrazia, che dilata i tempi e non dà certezze ed è uno dei più grossi mali del nostro Paese. Così si perdono enormi capitali».
Anche il presidente di Confartigianato, Daniele Riva, cerca le cause di questo crollo. «Un privato investe se c’è un’ipotesi concreta di ritorno economico, ma ormai il mercato è fermo al palo».
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