Edilizia, artigianato e commercio dall’inizio del 2013 a fine maggio hanno sensibilmente ridotto le richieste di cassa integrazione, non tanto per una questione di miglioramento della congiuntura economica, piuttosto per l’assenza delle risorse economiche da destinare alla cassa integrazione in deroga.
Nonostante i numerosi segni di miglioramento indicati dalla riduzione del ricorso alla cig, la situazione del territorio non sta per nulla migliorando, come confermano i dati del ricorso alla mobilità.
Fra gennaio e maggio sono 360 le persone che sono entrate in una procedura di licenziamento, ben il 30% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un trend che è superiore alla media del 21,3% della regione, che conta 12.504 nuovi disoccupati. Il ricorso alla mobilità sembra confermare che tante crisi aziendali sono arrivate alla conclusione peggiore: il licenziamento dei lavoratori in organico.
A fornire questo quadro, per l’ennesima volta preoccupante, della situazione occupazionale del territorio è la Cgil di Lecco a partire dai dati forniti dall’Inps. Si scopre quindi che, a fronte di un lieve aumento della cassa integrazione ordinaria (più 15,79%) e una consistente diminuzione della cassa integrazione in deroga (meno 67,7%), c’è un incremento del 76,5% della cassa integrazione straordinaria, che è cresciuta soprattutto fra gli impiegati delle imprese del settore industria (più 100% rispetto ai primi cinque mesi del 2012). Anche questo è indicatore del protrarsi delle difficoltà per tante aziende.
Complessivamente l’industria aumenta il ricorso agli ammortizzatori sociali del 31,3%, mentre l’edilizia evidenzia un calo del 64,25%, l’artigianato scende del 53% e il commercio riduce il ricorso alla cassa integrazione del 30%. Dall’inizio dell’anno sono già 6,8 i milioni di cassa integrazioni richiesti, il 13% in più del 2012, anno che si era chiuso con ammontare complessivo di 15 milioni di ore di cassa integrazione.
Quest’anno i più colpiti sono gli impiegati che subiscono una crescita della cassa integrazione del 33,21%, mentre gli operai solo del 7,94%. Ma questo solo perché gli operai sono già stati profondamente colpiti dal ricorso della cassa integrazione negli anni passati, mentre ora le imprese in affanno cercano di contrarre ulteriormente i costi tagliando sulla forza lavoro indiretta. Infatti il 90% delle ore di cassa integrazione sono destinati ancora agli operai, la restante parte agli impiegati.
Resta sempre preoccupante l’incidenza della cassa integrazione sulla forza lavoro: si stima che il 7,96% dei lavoratori sono in cassa integrazione, come se 8.817 persone non avessero lavorato un solo giorno dall’inizio dell’anno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA