Editoriali / Lecco città
Giovedì 20 Marzo 2014
Lecco, addio a Butch
Una folla mai vista
Cerimonia struggente, partecipata e colorata: non sembrava un funerale. Duemila persone dentro e fuori la basilica. I duri dell’alpinismo con le lacrime agli occhi. Il ricordo dei Gamma
Se qualcuno ha dei dubbi su cosa significhi il mondo della montagna per Lecco oggi pomeriggio ha avuto una risposta. Più di 1500 persone hanno riempito ogni centimetro della basilica di San Nicolò per l’addio a Marco Anghileri, morto sul Monte Bianco. E molte sono rimaste fuori. C’erano tutti. Il Butch era amato. Era un ragazzo troppo entusiasta della vita per non attirare così tante persone. Tutti hanno voluto esserci.
Nelle panche delle prime file, dall’alto, non sembra un funerale, ma una festa. Ci sono macchie di colore attorno alla bara di Marco. Il verdino e l’arancione dei Gamma. Il rosso dei Ragni. Il bianco della Polisportiva Aurora. Il giallo del Cai Lecco. Sopra, appoggiati alla bara dove riposa l’alpinista lecchese morto sul Pilone centrale del Freney, una corda azzurra come il cielo, un suo primo piano su di una cima, il maglione arancione dei Gamma e una stella alpina.
Alla destra di Marco c’è la famiglia. C’è papà Aldo, c’è mamma Marinella, ci sono i fratelli Sara e Luca, c’è la moglie Barbara e ci sono i figli Giulio e Carlo.
Tra i presenti anche il sindaco Virginio Brivio, amico personale di Marco Anghileri, il presidente della Provincia Daniele Nava, l’ex senatore Antonio Rusconi, il presidente del consiglio comunale Alfredo Marelli, il consigliere comunale Irene Riva e Vico Valassi presidente della Camera di Commerio.
Tanti, tantissimi gli amici. Ci sono i ragazzi, ci sono i suoi coetanei, ci sono i grandi vecchi dell’alpinismo. Ci sono tutti.
La cerimonia è officiata da monsignor Franco Cecchin e da don Agostino Butturini. Insieme a loro don Marco Mauri e padre Fabrizio Feola.
L’emozione è tanta. Travolge anche il monsignore che ha la voce rotta dalla commozione nell’aprire il funerale. La musica del coro Soul Quair, diretto dal maestro Giuseppe Caccialanza, esegue brani toccanti di musica moderna che solitamente faticano a entrare in chiesa. Era la musica di Marco. I duri dell’alpinismo faticano a trattenere le lacrime.
E’ una cerimonia struggente quella di addio a Marco Anghileri. Partecipata. Colorata. Ma soprattutto emozionante. Di quelle emozioni che si faticano a dimenticare.
Il momento più straziante è quando i figli in lacrime prendono la foto, la stella alpina, la corda e il maglione del papà e lo salutano per l’ultima volta.
Il corpo di Marco Anghileri verrà cremato, domani alle ore 15 la tumulazione al cimitero di Castello.
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