Editoriali / Lago
Venerdì 14 Giugno 2013
La Monte Piazzo
è un cantiere
Ma almeno si va
Ieri alle 12 l’apertura della canna sud del tunnel
Poca visibilità, piazzole chiuse, però si viaggia
Trentacinque giorni dopo quel maledetto 10 maggio si riaccendono i motori. Niente più treno sporco, col riscaldamento spento mentre fuori si gela oppure aria condizionata a palla al primo scorcio d’estate.
Finalmente la macchina esce dal garage, torna a rombare e si appresta a un viaggio che non duri più tre ore per coprire ottanta chilometri.
Partenza alle 11.25 da Sondrio, dopo aver salutato la cassiera del super che aspetta un tecnico che aggiusti il bancone. Peccato sia bloccato nel traffico a Bellano.
Tir e camioncini
Rimettersi sulla 38 dopo giorni e giorni non suscita grandi sorprese. Tir e camioncini sono sempre lì alla Sassella, quasi ad accompagnarti in quel viaggio che fino a ieri per automobilisti e camionisti era diventato un incubo.
La velocità di crociera è sempre la stessa, tanto che osservare a lato della strada i cartelli che vietano di superare i 70 chilometri orari strappa sempre un ghigno e una scrollata di capo.
Fuori la temperatura segna 25 gradi e come buon auspicio sulla corsia opposta transita un pullman tedesco con la maxi scritta rossa “Scumacher”.
L’attesa cresce via via che ci si avvicina al Trivio di Fuentes. “Vuoi vedere che Anas alla fine ci ha ripensato?”, è la frase che ricorre a ripetizione.
Non ci posso credere
Passata la rotonda di Piantedo, il solito camion che tirava la volata si sposta sulla destra, quasi non credesse alla riapertura della super e ci lascia la strada libera per il rettilineo che porta in super. Sono le 12.10.
Dalla corsia opposta non arriva nessuno, dietro c’è una Porsche che incalza. Il display informa che dal chilometro 80 all’86 c’è la corsia unica a doppio senso. Evvai. Entriamo.
Due, tre gallerie ed ecco comparire la grande malata. Giubbetti arancioni e gialli, palette e addirittura un irrigatore a gettare acqua sulle auto ti accolgono quasi fosse un battesimo con migliaia di invitati.
In realtà il motivo dell’innaffiata si capisce dopo pochi metri dall’ingresso nel tunnel. Bagnare le ruote per non sollevare troppa polvere.
La Monte Piazzo è ancora un cantiere. All’esterno si vedono ancora mezzi e materiale accatastato, pronto a essere utilizzato appena inizieranno le chiusure notturne da lunedì.
Dentro alla canna sud pare di stare in mezzo alla campagna pavese in pieno autunno. La nebbia sale sempre di più via via che ci si addentra nei tre chilometri di galleria. Tanto che la velocità è tutt’altro che da ferrarista e un po’ di timore di centrare chi sta davanti non manca.
Ai lati le piazzole sono tutte chiuse coi new jersey bianchi e rossi, che nascondono a fatica macchinari e materiali.
Quando la luce aumenta, appaiono i ventilatori e la nebbia si dirada, capisci di essere finalmente fuori dal tunnel.
Ancora un’altra galleria da percorrere a doppio senso e all’altezza della Corenno si torna a ruggire.
Alle 12.40 finalmente si parcheggia la macchina a Lecco. da pulire per la polvere accumulata. È finito un incubo.
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