Editoriali / Lecco città
Lunedì 18 Agosto 2014
La guerra dei precari
Graduatorie “blindate”
Dal sud fino al nord, “rubano” il posto ai colleghi e la Regione interviene a tutela dei “locali”. Ma il sindacato critica l’assessore Valentina Aprea. La Uil: «Posizione tardiva». La Cisl: «Altro da fare»
Un blocco delle graduatorie provinciali per tutelare i precari “territoriali” del mondo della scuola? È la proposta sulla quale l’assessore regionale Valentina Aprea ha intenzione di lavorare da subito, coinvolgendo nel progetto i colleghi amministratori delle altre Regioni, ai quali conta di proporre una piattaforma di impegni concreti da presentare al Governo per giungere finalmente alla soluzione del problema del precariato. I sindacati, però, storcono il naso: «Aprea conosce la situazione da anni: proporre questa iniziativa adesso ha più della propaganda che del progetto serio».
L’affermazione della titolare della delega regionale a Istruzione, lavoro e formazione professionale, in ogni caso, è dettata da una situazione che vede regolarmente verificarsi una migrazione di massa da sud a nord, nella riproposizione della classica guerra tra poveri, nei quali il meno sfortunato (leggi il precario con il punteggio migliore) riesce a spuntarla sugli altri. Con buona pace di chi quel posto, nella regione e nella provincia di appartenenza, l’ha atteso per anni, a volte anche per decenni, come nel caso di insegnanti di educazione fisica che lavorano ogni anno con un contratto annuale e attendono un posto di ruolo da oltre vent’anni.
Il più critico è Pino Pellegrino, Uil scuola, secondo il quale «questa presa di posizione è tardiva: certe dichiarazioni bisogna farle prima delle scadenze. Noi abbiamo proposto il blocco delle graduatorie, la cui durata deve essere molto superiore ai tre anni attuali, per la tutela del territorio e dei precari storici della nostra provincia. Perché con internet tutti i precari sono in grado, a seconda del punteggio, di orientarsi nelle province nelle quali sono favoriti. La Aprea, visto che a suo tempo era vicina all’ex ministro Gelmini, avrebbe fatto bene ad agire allora». «Il problema del precariato si risolve solo immettendo in tutti i posti liberi il personale necessario e lavorando per il resto con turn over – interviene Mario Rampello, Cisl Scuola -. Questo sarebbe un vero segnale concreto serio, per andare verso la soluzione di un problema, quello del precariato, che non si può risolvere da un momento all’altro».
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