Editoriali / Morbegno e bassa valle
Martedì 12 Marzo 2019
In Valle è boom per l’apicoltura. Imprese: +19%
In provincia sono 450 gli associati attivi titolari di più di 10mila alveari. Le donne sono il 20%. «Il prodotto è ottimo, dobbiamo imparare a venderlo
Miele, propoli, pappa reale. Una delle voci in crescita costante è l’apicoltura. In Lombardia si parla in questi giorni di «boom per le imprese del miele» che crescono di un significativo +36% in 10 anni. Un incremento che pone questa particolare produzione naturale, “eco”, curativa e dolce, tra le più vivaci tra quelle che muovono gettito e reddito integrativo per le aziende.
Api e miele che richiamano microimprenditoria, in particolare, femminile, in Lombardia una azienda apistica su quattro oggi è guidata da donne. Questo secondo una recente elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e di Coldiretti Lombardia, sui dati del registro imprese.
Sono 5603 le imprese italiane attive nella produzione, in crescita media del +5% in un anno e del 49% in dieci anni. Non fa eccezione la Valtellina, con la provincia di Sondrio che cresce di un +19% in dieci anni. Mentre sono complessivamente circa 450 gli apicoltori, compresi piccoli produttori e hobbisti che lavorano alle arnie.
«In Lombardia – ha affermato Giovanni Benedetti, direttore di Coldiretti e membro di giunta della Camera di commercio – vengono gestiti in modo professionale 143mila alveari. A livello nazionale esistono più di 50 varietà di miele, produciamo bene e, per non cadere nell’inganno dei prodotti stranieri spacciati per nazionali, si consiglia sempre di verificare con attenzione l’etichetta oppure di rivolgersi direttamente a chi il miele lo fa».
Lo scenario in Valtellina vede un fiorire di piccole attività in crescita, che mixano apiari a coltivazioni più o meno intensive. Con una propensione confermata sul lavoro femminile. Anche la presidente di Apas, l’Associazione produttori apistici della provincia di Sondrio conta come “quota rosa”, è Silvia De Palo, apicoltrice e rodata referente per il settore. «Le titolari di imprese da noi sono intorno al 20 per cento. Ma molte donne sono operative anche se magari il titolare della azienda è il marito o il compagno. Tra i piccoli produttori ci si dividono le mansioni e spesso sono le donne che si occupano del business».
Comparto vivace e numeri comunque consistenti. «I nostri associati – precisa De Palo – sono complessivamente 510, ma alcuni di essi sono della zona lariana, Alto Lago. Ben 440 nostri aderenti sono invece della provincia di Sondrio». Tanti produttori per una quantità di alveari, che si stima in Valle superi le 10.000 unità, ognuna con una produzione annua di circa 30 chili. «Siamo una realtà con buoni numeri che deve crescere nella capacità di commercializzazione del prodotto – spiega ancora la presidente –. Al nostro interno ricorre periodicamente l’idea di costituirci come cooperativa. Ma è una idea che non si riesce a fare diventare concreta, anche perché il raccolto da noi è incostante, influenzato da clima e annate. E se le quantità per via del meteo e del clima in una stagione sono più ridotte, ogni piccolo apicoltore riesce a collocare tutto il prodotto attraverso canali di vendita diretta. Un nostro obiettivo – aggiunge – è aprirci ad altri mercati. Anche solo in Brianza il miele valtellinese è ricercato, abbiamo qualità, occorre solo proporci con convinzione fuori dai confini provinciali».
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