A Grillo e al suo movimento, da mesi, riserva critiche molto pesanti. In un post su Facebook il sindaco di Cantù, Claudio Bizzozero, ha definito i 5 Stelle “una pericolosa setta” e con grande disinvoltura ha associato la parabola politica dei grillini a quella del fascismo. “Grillo riempie le piazze? Lo faceva anche Mussolini – ha scritto Bizzozero – mi fanno paura le masse enormi di pecore osannanti che non sanno criticare. Una volta c’erano Mussolini e Craxi. Oggi, Berlusconi e Grillo”.
Ma nonostante le critiche c’è più di qualche elemento che accomuna il sindaco
canturino al comico e leader politico. Entrambi, anche se hanno con un percorso diverso alle spalle, hanno costruito la propria recente fortuna politica sull’anti-politica, la critica violenta e reiterata ai partiti (il vecchio, ai loro occhi), ai sindacati (parassiti dannosi e inutili secondo Bizzozero), alla pubblica amministrazione (il sindaco ha definito l’Inps un carrozzone simbolo di inefficienza).
Entrambi magnificano Internet: uno tribuneggia attraverso il blog, l’altro ha duemila amici su Facebook e almeno un paio di volte alla settimana semina considerazioni sul mondo e sulla dura vita dell’amministratore locale. E ancora, i due hanno in comune la tendenza a fare le vittime del sistema. Grillo si considera il bersaglio di un complotto dei poteri forti, Bizzozero lamenta di fronte a ogni grana amministrativa la carenza di risorse economiche nel bilancio comunale. Quasi che la circostanza – vera, per carità – sia a priori una giustificazione di ciò che non va in città.
Grillo e il nostro sindaco odiano l’euro, non celano il disprezzo di fronte agli avversari politici e hanno una passione sfrenata per il palcoscenico. Beh nel caso di Grillo la circostanza è, come dire, parte del personaggio. Meno scontata in Bizzozero che non ha esitato a sfilare su un carro di Carnevale dedicato alla sua persona e, storia recente, ha indirizzato una lettera a Santoro paragonando la situazione sociale di Cantù a quella di Rosarno.
Bene, sin qui i lati in comune noti. Ora ce n’è uno nuovo, curiosamente emerso nella stessa attuale fase politica. L’uno è l’altro sono contestati apertamente dai gruppi politici che hanno fondato. Ieri il documento della lista civica “Lavori in Corso” ha preso le distanze delle invettive di Bizzozero contro i sindacati. “Ha parlato a titolo personale, serve maggiore equilibrio” hanno detto i suoi, un modo garbato e un po’ politichese per dire che il sindaco deve smetterla di andare a ruota libera. Una condizione, quella di Bizzozero che ricorda il progressivo isolamento in cui si sta cacciando Grillo
Bizzozero è un grande esternatore, anzi tende spesso ad emettere sentenze di condanna, verso questa o quella persona, dirigente o dipendente, personaggio pubblico. Ha grande abilità e fascino dialettico, intelligenza da vendere, capacità di colpire e affondare il suo avversario. Molto spesso però dalla tribuna di piazza Marconi si è rivelato più un personaggio da talk-show che non un paziente amministratore.
Un sindaco più portato al proclama che all’ascolto, alla filippica e all’invettiva che non alla mediazione. Ma amministrare significa saper fare molte cose. Anzitutto significa dare risposte ai cittadini. Per mesi e mesi il primo cittadino di Cantù non sembra abbia saputo fare altro che incolpare i suoi predecessori per ogni malefatta.
Grillo e Bizzozero, alfieri dell’anti-politica, voci diverse ma uguali della voglia di rinnovamento diffusa tra i cittadini-elettori, hanno la grande responsabilità di interpretare il mandato ricevuto. Non è leggero l’onere del governo ma l’unica reazione di fronte alle difficoltà non può essere quella di lanciare accuse all’Europa, allo Stato, al Pirellone, al vicino di casa. La fiducia degli elettori rischia di spegnersi se non dimostreranno capacità di ottenere risultati concreti.
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