I migranti tra Musk e nuove polemiche

Dopo la sospensione da parte del Tribunale di Roma della convalida dei trattenimenti in Albania di sette migranti per attendere la pronuncia della Corte di giustizia europea è intervenuto, nel conflitto tra Governo e magistrati, a gamba tesa Elon Musk sul suo social dichiarando che questi giudici se ne devono andare, senza precisare dove.

Naturalmente tale dichiarazione ha provocato reazioni indignate dell’opposizione e della magistratura oltre che imbarazzo a Palazzo Chigi. Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia, ha detto che «Musk si è preso gioco della sovranità dello Stato» e il segretario generale della stessa Associazione, ha aggiunto che «qui si tratta di difendere la sovranità italiana da un potentissimo magnate estero». Anche un componente del Csm, Ernesto Carbone, ha sostenuto che «le parole di Elon Musk contro i giudici italiani sono pericolose per la democrazia». La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha aggiunto: «Difendiamo i giudici, perché anche questa è sovranità nazionale».

Per il vicepremier, Matteo Salvini, «Elon Musk ha ragione» e anche per Tommaso Foti, di FdI, «non c’è ingerenza, Musk è un semplice cittadino». Maurizio Lupi, di Noi moderati, ha invece ha assunto una posizione più critica all’interno della maggioranza, definendo “inopportune” le parole di Musk, e aggiungendo: «Ciò che succede qui non lo deve riguardare». Ma Elon Musk, che non è un semplice cittadino perché è destinato a guidare alla Casa Bianca il Dipartimento dell’Efficienza governativa, ha poi replicato: «Le persone in Italia vivono in una democrazia o un’autocrazia non eletta prende le decisioni?», alludendo naturalmente ai giudici. A questo punto, è giustamente intervenuto il capo dello Stato, Sergio Mattarella, presidente del Csm e garante della Costituzione, contro ogni ingerenza straniera per ribadire che «l’Italia è un grande Paese democratico che sa badare a se stessa nel rispetto della Costituzione. Chiunque deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni».

La presidente del Consiglio ufficialmente tace, ma avrebbe parlato al telefono con Musk per spiegargli i rapporti istituzionali italiani e l’avrebbe invitato ad usare maggiore prudenza. Elon Musk ha espresso il suo rispetto per il presidente della Repubblica e la Costituzione italiana, ma ha anche rivendicato la sua libertà di esprimere il proprio giudizio, garantita dalla Costituzione degli Usa come da quella italiana. Ora, dopo tutti i provvedimenti giudiziari emessi da diversi Tribunali di sospensione e di non convalida dei trattenimenti dei migranti, si impone una riflessione e soprattutto una sosta dei trasporti di altri migranti in Albania. Continuare sarebbe assurdo e comunque inutile e costoso, tenuto conto anche che sussiste un possibile rischio di rispondere del danno erariale.

È opportuno, dunque, sospendere dette operazioni e attendere le decisioni della Corte di giustizia europea prevista entro gennaio 2025 e quella della Corte di Cassazione, che si pronuncerà il 4 dicembre sui 12 ricorsi promossi dal ministero dell’Interno. La decisione della Corte europea è molto importante perché potrebbe avere conseguenze riguardo al Patto sull’Immigrazione e l’asilo stipulato nel maggio scorso che prevede, a partire dal 2026, procedure di frontiera accelerate basate sull’autodeterminazione dei singoli Stati per la definizione di “Paese sicuro”. Ciò potrebbe risolvere o aggravare lo scontro in atto tra politica e giustizia perché non si conosce se la definizione dovrà basarsi sui criteri fissati dall’Ue o dai singoli Stati. Infine, un’ulteriore polemica si profila tra maggioranza, toghe e opposizione in quanto un emendamento al decreto flussi della relatrice Sara Kelany (FdI) prevede che per i procedimenti di convalida dei trattenimenti dei migranti richiedenti protezione internazionale la competenza sia della Corte d’Appello in composizione monocratica in sostituzione di quella attuale del Tribunale.

Per l’Anm sarebbe il collasso delle Corti, già schiacciate da enormi carichi di lavoro.

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