Editoriali / Lecco città
Mercoledì 02 Luglio 2014
I lecchesi e la mini-patrimoniale
Siamo tra i maggiori contribuenti
Da ieri tassazione al 26%. Siamo al 31° posto su 110 province: 11,3 euro procapite. «Per quanto ci riguarda non assistiamo a una fuga di investimenti in obbligazioni verso l’acquisto di titoli di Stato, che peraltro grazie a un migliore spread hanno subito un calo importante di rendimento»
Ha preso il via l’1 luglio la mini-patrimoniale con cui la tassazione sulle rendite finanziarie sale al 26%, «ma i risparmi – dice il presidente della Bcc Alta Brianza Giovanni Pontiggia – continueranno a tenere perchè i lecchesi guarderanno come sempre soprattutto alla solidità degli investimenti e alla chiarezza nel rapporto con la banca».
Ora lo faranno con sei punti in più di tassa sugli interessi e altri proventi di conti correnti, depositi bancari e postali e gli altri prodotti finanziari con la sola esclusione dei titoli di Stato e dei buoni postali che continueranno ad essere tassati al 12,5%.
Lecco sarà chiamata con 11,3 euro procapite a fare la propria parte nel sostenere i maggiori costi posizionandosi al 31mo posto su 110 province Italiane, secondo la tabella pubblicata nel maggio scorso dal Sole 24 Ore (dati banca d’Italia, Abi e Istat).
Una misura che arriva in un momento in cui il Governo Renzi reintroduce, col decreto dello scorso 25 giugno, l’anatocismo, il calcolo di quegli «interessi sugli interessi» già bocciato da Cassazione e Corte Costituzionale e destinato a introdurre in un momento di rapporti difficili fra banche da una parte e cittadini e imprese dall’altra un altro elemento di frizione.
I risparmiatori, anche questa volta, faranno buon viso e pagheranno anche perchè la corda è stata tirata ma non a un punto tale da non rendere più vantaggiosi gli investimenti più diffusi.
I depositi sui conti, ma anche gli investimenti in obbligazioni, continueranno a tenere.
«I lecchesi mantengono un profilo di rischio medio-basso e ultimamente i loro depositi su conto corrente sono in costante aumento, anche come reazione all’incertezza del momento. La strada giusta – dice Luciano Binda, responsabile commerciale della Lombardia Nord di Unicredit – è quella di mantenere una buona diversificazione del portafoglio. Per quanto ci riguarda non assistiamo a una fuga di investimenti in obbligazioni verso l’acquisto di titoli di Stato, che peraltro grazie a un migliore spread hanno subito un calo importante di rendimento».
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