I due seduti: il papa li avrebbe allontanati

“Due sedie, un miracolo”. Il titolo non è dell’Osservatore Romano ma del Corriere della sera. Il riferimento è alla foto già universalmente definita “simbolo”, quella con Trump e Zelenski, seduti uno davanti all’altro nella basilica di San Pietro, in occasione delle esequie di Papa Francesco, sabato scorso.

È davvero molto diffuso il sentimento di commosso rapimento di fronte a quest’immagine, prossima ormai a divenire di devozione popolare, sorta di ex voto venerabile al di là degli oceani. Su raitre (!), nel programma Il mondo in ½ ora, Ferruccio De Bortoli è arrivato a dire: “Possiamo pensare che Trump sia stato folgorato sulla via di Roma”, senza ironia, proprio così. E la conduttrice Monica Maggioni a dargli corda, anche lei ammaliata dalla foto di questi “due omini, seduti su due sediole, dentro la forza della Storia e la maestosità di San Pietro”.

Tutto può essere, per carità divina, per l’appunto. Può essere che davanti alle spoglie del Papa più deciso ed esplicito nel condannare i potenti della terra come incapaci e sanguinari, Donald Trump e Volodymyr Zelenski si siano per un attimo guardati, dopo un battito di ciglia, e all’unisono... eccoli! Si siano umilmente seduti, uno di fronte all’altro, nello sforzo di ritrovare la retta via nel nome dell’Altissimo.

Fa davvero specie, però, che esponenti dell’intellighenzia nazionale laica abbiano deciso di applicare a questa benedetta foto il filtro critico che potrebbe avere un bambino di quattro anni di fronte a un abbraccio tra babbo natale e la befana.

Sappiamo tutti che le foto-simbolo della Storia hanno una caratteristica in comune: non sono mai scattate per caso. Il loro valore “simbolico” sottende, di fatto, un’intenzione propagandistica. Ci sono voluti decenni prima di scoprire che la famosa icona coi marines che issano la bandiera americana sull’isola Iwo Jima era stata inscenata. Ci sono volute poche ore (uno dei pochi vantaggi di una società mass-mediale come la nostra) per accedere al backstage di quello scatto e venire a sapere ciò che era già ampiamente intuibile: altro che slancio del momento.! La regia della scena è stata persino contesa. Macron avrebbe voluto mettersi di mezzo sulla terza sediola (per dirla alla Maggioni...), ma figurarsi se Trump era disposto a fare la parte di quello in minoranza...

Accertato che la folgorazione non è stata poi così fulminea e metafisica, rimane da capirne il senso. Il significato, Ferruccio De Bortoli ci perdoni..., difficilmente potremmo ritrovarlo nei contenuti del dialogo intrecciato dai due in una quindicina di minuti. Cosa si saranno potuti dire? “Incredibile! la lezione di Papa Francesco mi è arrivata solo ora! sì, adesso ho compreso...”, oppure: “Sai? Mi sento tutto pervaso da un nuovo auspicio di pace vera, al di là di ogni logica di profitto!”. Ecco, meglio fermarci qui... Concentriamoci allora sulla forma. Due ex attori comodamente seduti a parlare in mezzo a San Pietro. Che cosa avranno voluto trasmetterci? Un messaggio di umiltà o esattamente il suo contrario? Non li vediamo ordinare un drink, è vero, ma una scena così l’avevate mai vista?

Vogliamo davvero onorare la memoria di papa Francesco? E allora, dai, impegniamoci un attimo a immaginare una scena purtroppo impossibile: lui che fa il suo ingresso nella Basilica di San Pietro e che al suo cospetto si ritrova questi due turisti stranieri, seduti su due poltrone a chiacchierare, incuranti di tutto e di tutti, meno che dei fotografi al loro servizio. Cosa avrebbe potuto dire papa Francesco? Certo, non possiamo saperlo. Però se da lui ho imparato qualcosa, così come spero, me lo immagino avvicinarsi loro con un sorriso gentile, un po’ tirato, e poi curvarsi verso le loro persone con garbo, con l’umiltà del servo dei servi, di un cameriere che ha da far rispettare la volontà del padrone di casa: “Per favore, non qui...”.

E sì, non credete? lLi avrebbe cortesemente invitati a spostarsi altrove. Lo fa la Soprintendenza quando il servizio fotografico di moda potrebbe offendere il valore storico e artistico di un monumento. Lo avrebbe fatto il Papa di nome Francesco perché fosse rispettata una casa nata per essere ben altro di un teatrino.

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