Editoriali / Lecco città
Lunedì 28 Aprile 2014
I cacciatori o gli ambientalisti?
La Provincia ha scelto i cervi
Precisazioni sulla presunta apertura della caccia anche sulle Prealpi
Signorelli: «Dopo i censimenti la decisione. Senza discrezionalità»
Né con i cacciatori né con gli ambientalisti. Con i cervi. L’assessore all’Ambiente Carlo Signorelli precisa la posizione della Provincia sulla protesta degli ambientalisti nata dopo l’annuncio di una probabile apertura della caccia ai cervi (in autunno), anche sulle Prealpi lecchesi. Probabile e non sicura, innanzitutto.
Sarebbe la prima volta
Sarebbe la prima volta, per le Prealpi, mentre sulle Alpi (Legnone, Valvarrone e Colico) i cervi sono tanto numerosi che anche la caccia è andata aumentando di anno in anno fino ai 30 capi prelevati nel 2013.
Ma sulle Prealpi si andrà, come sempre si è fatto, con i piedi di piombo: «I censimenti vengono fatti tutti gli anni e il cervo è in crescita – precisa Signorelli - . Fino all’anno scorso il censimento ci diceva che aveva un senso il prelievo venatorio nel comprensorio delle Alpi ma non in quello delle Prealpi. I tecnici esamineranno i dati, ma non c’è discrezionalità nelle decisioni: sono tutte formule molto matematiche. Dopo i censimenti, infatti, ci soni i piani di prelievo che vanno mandati all’Ispra (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) di Reggio Emilia che valuta i numeri dei prelievi quindi approva, modifica o boccia i piani di prelievo». Tutto molto scientifico. Ma gli ambientalisti contestano il fatto che a fare i censimenti siano proprio i cacciatori: «I censimenti vengono fatti in alcuni casi con delle deleghe ai comprensori ma di questi organismi fanno parte anche gli ambientalisti tanto è vero che negli scorsi anni Pierfranco Mastalli (oggi presidente di Legambiente), aveva presieduto un comprensorio Alpi. E, comunque, i censimenti vengono fatti sotto la supervisione del Corpo di Polizia Provinciale che sorveglia, controlla, valuta e corregge».
Il cacciatore, inoltre, non ha nessun tipo di interesse a che la specie si estingua. «C’è un interesse coincidente se le persone sono, come sono, oneste. Abbiamo lo stesso fine, noi, i cacciatori e gli ambientalisti. E i prelievi vengono fatte nel rispetto della tutela della specie, delle leggi e dei regolamenti.
Alla ricerca dell’equilibrio perfetto
Solo alcune operazioni sono fatte in esclusiva dai cacciatori che hanno, molte volte, conoscenze superiori sul territorio rispetto ai nostri stessi tecnici. Non dobbiamo andare incontro né a una sottostima né a una sovrastima. Sarebbe un disastro».Il perché è presto detto: «Ho decine di agricoltori e coltivatori che si lamentano per i danni alle coltivazioni e alle recinzioni. Se si moltiplica troppo il cervo crea problemi e danni che dobbiamo poi risarcire con i soldi del fondo danni fauna selvatica».
Ecco perché ci vogliono i censimenti. Per capire se il cervo c’è e se è in sovrannumero rispetto all’ambiente in cui vive. «Il nostro obiettivo e lo posso dire con grande tranquillità perché non sono cacciatore, è duplice: tutelare la specie, farla aumentare quando i numeri sono bassi e farla diminuire quando i numeri sono troppo alti. Dobbiamo regolare l’attività secondo le leggi dello Stato».n
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