L’incontro di martedì sera tra la giunta comunale capeggiata dal sindaco Virginio Brivio ed i cittadini, ha visto la partecipazione di un centinaio di persone. Si sa che in questi casi le valutazioni sui numeri sono molto diverse a seconda dei punti di vista, ma per quanto ci riguarda crediamo che lo sforzo di condivisione da parte della Giunta lecchese avrebbe potuto avere una partecipazione maggiore. Vien da chiedersi dove fossero quelle schiere agguerrite di cittadini che dibattono su Facebook, a proposito e a sproposito, in merito alla situazione della nostra città. Quale occasione migliore poteva esserci per dibattere con i responsabili dell’amministrazione cittadina? Perché non raccogliere la sfida e guardarsi negli occhi una volta tanto? Forse la generazione digitale non ama le piazze e i dibattiti vecchio stile, sta di fatto che ancora una volta dobbiamo registrare quello per cui l’incontro di lunedì sera è stato indetto, ovvero il distacco tra la gente e la politica. Già nelle elezioni di un anno fa a Lecco un cittadino su due non è andato a votare e questo è un dato evidente.
E’ vero che si tratta di un fenomeno nazionale, ma dalle nostre parti, soprattutto a livello amministrativo, c’era sempre stata una certa condivisione. Ora, da qualche anno la forbice tra la politica e la partecipazione dei cittadini si va allargando, quasi che si fossero deposte le armi e non si credesse più che la classe politica sia in grado di risolvere i problemi della comunità, da quelli grandi a quelli banali come le buche delle strade.
Le ragioni di questa diaspora sono ovviamente numerose e intricate. Da un lato veniamo da vent’anni in cui la politica ha dato il peggio di sé e soprattutto ha avuto la pretesa di poter fare a meno della gente. In questo quadro poco confortante la frase più pericolosa è quel “tanto sono tutti uguali”, che è una specie di pietra tombale sul valore della politica. Dall’altra, i cittadini, di fronte a troppe dimostrazioni di uso improprio della politica, hanno sviluppato un disamore i cui risultati sono tutti nei numeri di chi ormai non va neanche più a votare.
Se decliniamo tutto questo in una cittadina di provincia come Lecco, possiamo comprendere le difficoltà che un’amministrazione comunale si trova ad avere nel cercare un rapporto costruttivo con la gente. In un contesto come l’attuale è necessario per tutti una rivoluzione di prospettiva ed un coinvolgimento che vada oltre i problemi che ci toccano in prima persona.
Come in tutte le comunità che si rispettino va privilegiato il bene comune e questo richiede un salto qualitativo che tutti dovrebbero fare, dai politici ai cittadini.
Ieri ho partecipato alla festa che si è tenuta al Centro Diurno Disabili a Germanedo. Non ci ero mai entrato e non conoscevo la loro esperienza. Eppure, da tanti anni nella nostra città trenta disabili gravi ricevono cure e sono aiutati a vivere la loro esistenza complicata ma non impossibile. Quello che mi ha colpito è la straordinaria condivisione tra il personale specializzato e gli ospiti. «Noi che viviamo con loro – ha detto la coordinatrice del centro – non vediamo più il livello di gravità della loro situazione, bensì le loro potenzialità e risorse». Se questo può accadere a Germanedo, allora dobbiamo prendere esempio da questa realtà e cominciare a vedere le potenzialità e le risorse della nostra città. E se i politici non ci “verranno dietro” allora glielo faremo notare, magari cominciando ad esser in cinquecento, la prossima volta, in Piazza Garibaldi.
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