Editoriali / Sondrio e cintura
Domenica 11 Novembre 2018
«Di nuovo leader». Rigamonti cresce e guarda all’export
L’ad Claudio Palladi: «Siamo soddisfatti. Copriamo il 33% della produzione di bresaola al mondo». L’indebitamento si è ridotto sotto i quattro milioni
Un’azienda sana che in questo 2018 ha ulteriormente rafforzato l’andamento positivo dei due anni precedenti e che, per il suo futuro immediato guarda sempre con maggiore interesse all’esportazione dei suoi prodotti di qualità.
È positivo il bilancio tracciato da Claudio Palladi, amministratore delegato di Rigamonti Salumificio Spa, nel corso della cena organizzata al ristorante Il Poggio venerdì sera alla vigilia della Valtellina Wine Trail, manifestazione di cui Rigamonti stessa è main sponsor: «Il 2018 - sottolinea Palladi - è stato sin qui per noi un anno di buona soddisfazione in cui stiamo potenziando il trend positivo già registrato nei due anni precedenti. L’azienda ha riconquistato quel ruolo di leader che aveva in passato: copriamo il 33% dell’intera produzione di bresaola al mondo e in un mercato tonico, che cresce del 3% all’anno, la nostra percentuale di crescita è doppia. Inoltre, tutti i nostri parametri di natura economica sono molto positivi».
Per fare solo qualche esempio, l’indebitamento dell’azienda si è ridotto sotto i quattro milioni (dato di ottobre 2018), il fatturato annuo si aggira attorno ai 130 milioni di euro e Rigamonti può contare su 154 dipendenti fissi a cui si aggiungono 27 “stagionali” e un’altra ventina di lavoratori per i servizi collegati all’azienda. Attualmente, l’esportazione della bresaola si attesta, però, al di sotto del 10% ed è su questo aspetto soprattutto che la Rigamonti vuole concentrarsi nel suo immediato futuro per crescere ancora: «Ora vogliamo sviluppare un piano d’investimento - conferma Palladi - per portare più bresaola nel mondo. In particolare il mercato degli Stati Uniti è molto interessato alla bresaola e, far parte di un gruppo come Jbs, dovrebbe aiutarci ad abbattere le barriere che sin qui ci hanno frenato nell’esportazione. Tra l’altro a metà dicembre verranno qui alcuni colleghi americani in visita ad alcune aziende del territorio e questo potrà rivelarsi importante. È infatti fondamentale fare rete e muoverci in maniera coordinata con il consorzio e gli altri produttori: la Valtellina è un territorio dalle potenzialità enormi, ma ha forse bisogno di alcuni stimoli per aprirsi ancora di più».
Il salumificio Rigamonti, oltre che verso gli Stati Uniti, guarda con attenzione al mercato dell’Arabia Saudita, dopo aver aperto dei canali d’esportazione verso il Giappone e gli Emirati Arabi, sede dell’edizione 2020 di Expo. Tutto questo grazie a un prodotto vario e di qualità: «Abbiamo una filiera di carne del Sud America, carne italiana - racconta l’ad di Rigamonti - a cui abbiamo aggiunto una filiera di angus, una di black angus e un prodotto di tacchino. In pratica un set di bresaole per variare il prodotto che già di per sé è moderno e piace e ha, di per sé, un mercato tonico».
Il salumificio Rigamonti, dunque, prova ad aprirsi ancora di più al mondo, senza dimenticare il suo forte legame e radicamento sul territorio della provincia di Sondrio. Non stupisce, dunque, la decisione di sostenere in qualità di main sponsor una manifestazione come la Valtellina Wine Trail: «La Valtellina Wine Trail - spiega il marketing manager Stefano Magliano - dà al territorio una visibilità a livello italiano e mondiale e questo non può che far piacere a Rigamonti. Inoltre, i componenti del comitato organizzatore sono tutti bravissimi ragazzi e amano molto il loro territorio».
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