Editoriali / Oggiono e Brianza
Sabato 11 Gennaio 2014
Costamasnaga a bocca asciutta
«Maroni ci fa perdere il treno»
Il presidente della Regione in campagna elettorale aveva promesso di affidare a Rsi la manutenzione che invece continua a essere fatta a Bellinzona, in Svizzera, a costi maggiori. «E una commessa da ottanta nuovi convogli la riserva al Veneto», attacca il sindaco Umberto Bonacina, che rileva: «Là hanno santi in paradiso come Tosi e Zanonato. Noi nessun sostegno politico»
Roberto Maroni, presidente della Lombardia, vorrebbe fondere Trenord con l’Atm, la metropolitana milanese, per poi conquistare la gestione dei treni veneti. La proposta ha fatto arrabbiare i 120 lavoratori della Rsi di Costamasnaga, in cassa integrazione da anni perché la loro azienda è fallita.
In campagna elettorale Maroni era stato a Costamasnaga e aveva promesso ai lavoratori un futuro occupazionale, attraverso la realizzazione di un polo della manutenzione ferroviaria. Maroni pare avere la memoria corta e infatti nel progetto per il rilancio della ferrovia lombarda non c’è neanche una virgola che si riferisca alla manutenzione. Già a novembre il presidente aveva annunciato l’acquisto di 16 nuovi treni per un valore di 105,6 milioni di euro e ai dipendenti di Rsi è venuto un dubbio: “Vuoi vedere che Maroni si è dimenticato di noi?”. E così a dicembre i lavoratori gli hanno scritto (per raccomandata e per email) chiedendogli se avesse ancora intenzione di sostenere la nascita del polo di manutenzione a Costamasnaga. La lettera finiva con un accorato e gentile “Rispondici, per favore”, ma il presidente non si è proprio fatto sentire. «E’ una vergogna – dice il sindaco di Costamasnaga, Umberto Bonacina – Questi politici si riempiono la bocca con la storia della “priorità delle aziende padane” e poi le lasciano morire».
Non bastasse al Veneto è destinata una commessa da ottanta treni : «Hanno due santi in paradiso come Tosi e il ministro Zanonato .- rileva Bonacina - Noinnessun sostegno politico».
Intanto in Lombardia ci sono 80 treni e locomotive da riparare e i casi più gravi vengono spediti a Bellinzona, in Svizzera.
© RIPRODUZIONE RISERVATA