
(Foto di Foto menegazzo)
C’è una nuova stella
per la cucina lecchese
Tra le tante conferme della guida Michelin ecco il riconoscimento del “Dac a trà” di Castello Brianza. E anche per le osterie selezionate da Slow Food un buon ventaglio di proposte nella nostra provincia
Dalle guide gastronomiche più accreditate, emerge una sola vera novità per quanto riguarda la ristorazione nel nostro territorio. Si tratta della nuova stella Michelin assegnata al ristorante “Dac a Trà” di Castello di Brianza.
Del ristorante guidato dallo chef Stefano Binda la guida rossa scrive: «La cucina nelle mani di uno chef giovane ma dal curriculum già interessante, si colloca in un’area di modernità, attenta però ai prodotti bio ed a km 0».
Le altre stelle Michelin sono il Pierino di Viganò e il Porticciolo di Lecco. Anche quest’anno, dunque, Theo Penati e Fabrizio Ferrari si sono confermati con la loro stella.
E non è solo la guida Michelin a decantare le gesta dei nostri stellati.
Il Gambero Rosso parla di Fabrizio Ferrari come di «chef di famiglia, dallo stile personale, farcito di rimandi orientali», mentre della “cucina rigorosa” del Pierino si dice che Theo Penati e Dario Dell’Oro la approntano «con uno sguardo alla tradizione ed un interessante approccio moderno».
Sono tanti altri i ristoranti citati dalle guide di cui sopra. Tra questi ci piace ricordare il recente Masanti’s Restaurant del Seven park Hotel di Colico, nuova sfida di Stefano Masanti, stella Michelin con il suo Cantinone a Madesimo; a Montevecchia “La Piazzetta”, che non ha avuto particolari scosse dal passaggio da Riccardo Crepaldi a Denny Manzoni, per anni suo vice; il San Gerolamo a Vercurago (Somasca per la precisione) la cui cucina è segnalata come «in continua evoluzion»; lo Zafferano Bistrot di Barzanò, ristorante del Red’s Redaelli; il “da Gigi” a Crandola, che è sempre una sicurezza; il Nicolin a Lecco, che ha tratto giovamento dai grandi cambiamenti degli ultimi mesi, confermando in Giovanni Cattaneo uno chef di razza; il Griso a Malgrate, di cui la Michelin sottolinea tre fattori vincenti: «eleganza, cucina e panorama».
Non può mancare in questo veloce tour fra le guide, un accenno alle Osterie d’Italia di Slow Food.
Nella nostra provincia sono evidenziate l’Antica Osteria Casa di Lucia, «nel suggestivo borgo di Acquate, in una delle caratteristiche stradine acciottolate, all’interno di un palazzo secentesco».
E ancora, a Mandello del Lario, l’osteria Sali e Tabacchi, in località Maggiana. «Qui – si legge nella guida – la fanno da padrone i piatti del territorio a cominciare dal pesce di lago».
La macelleria si allarga
Seguono l’azienda agrituristica La Costa in Val Curone a Perego, le cui parole d’ordine sono «ricerca e valorizzazione delle materie prime», e, infine, “Il Quinto Quarto” di Bosisio Parini, ultima estensione della macelleria-salumeria dei fratelli Corti. Ovvio dunque che a dominare in questa cucina sia la carne in tutte le sue declinazioni.
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