Editoriali / Circondario
Sabato 20 Settembre 2014
Calolziocorte, sequestrati
40 chili di funghi, più multa
Confiscati dalla polizia agli ambulanti non autorizzati. non potranno più essere sfruttati a fini culinari: dopo un esame delle loro condizioni sono infatti finiti diritti nella spazzatura
Oltre 40 kg di funghi confiscati e una multa da 1.000 euro: è pesante il bilancio dell’attività svolta in settimana dagli agenti della polizia locale contro il commercio ambulante non autorizzato.
A finire nel mirino del corpo calolziese sono stati due venditori ambulanti originari del Napoletano, che nei giorni scorsi si erano sistemati a margine di corso Europa, nei pressi del punto vendita Iperal, per vendere funghi agli automobilisti di passaggio.
Tantissimi utenti della strada li hanno notati, con il loro mezzo a bordo strada e il cartello “pubblicitario” con il quale annunciavano la vendita del loro prodotto. Ma l’area scelta non era effettivamente la migliore per svolgere questo tipo di attività.
I due ambulanti se ne sono resi conto a loro spese: gli uomini della Locale, guidati dal comandante Andrea Gavazzi, sono infatti intervenuti due volte, in quanto i due, muniti delle necessarie licenze, avevano scelto una strada preclusa al commercio ambulante, in base alle previsioni del Regolamento comunale per l’esercizio del commercio su aree pubbliche.
Per questo motivo, dopo averli invitati ad andarsene una prima volta, la seconda gli agenti li hanno identificati ed hanno provveduto ad elevare una sanzione di 1.000 euro e a confiscare la merce (oltre 40 kg di funghi) e le attrezzature di vendita (cassette e bilance).
I funghi, a questo punto, non potranno più essere sfruttati a fini culinari: dopo un esame delle loro condizioni sono infatti finiti diritti nella spazzatura. «Si era ipotizzato di consegnare tutti questi funghi a qualche organizzazione benefica – ha spiegato l’assessore alla sicurezza del Comune di Calolzio, Valentino Mainetti -. In particolare, pensavamo che avremmo potuto farli avere alla Caritas, per la distribuzione a famiglie in condizioni di disagio. Ma ad una verifica più approfondita ci si è resi conto che questi alimenti non erano particolarmente freschi, quindi si è preferito buttarli via».
© RIPRODUZIONE RISERVATA