Editoriali / Circondario
Martedì 12 Agosto 2014
Calolzio, giochi rotti nei parchi
«Ma niente soldi in cassa»
La segnalazione di una residente in zona Lavello che ha fatto una ricognizione. Il sindaco: «Servono 200mila euro e non li abbiamo. A settembre contiamo aggiustarne qualcuno con l’aiuto dei volontari»
Giochi rotti e pericolosi in diversi parchi della città. I cittadini si rivolgono al Comune, ma la replica del sindaco non lascia adito a speranze: «Servono 200.000 euro per sistemarli tutti e ovviamente sono soldi che non abbiamo. Contiamo di riuscire a fare qualcosa, a settembre, grazie alla collaborazione dei volontari».
La denuncia di una cittadina che risiede in zona Lavello, ha riscosso l’apprezzamento anche di numerose famiglie con bambini piccoli.
Piera Valsecchi aveva infatti scritto una lettera al primo cittadino Cesare Valsecchi, per segnalare una situazione di degrado delle strutture ludiche .
«Ci sono altalene rotte, piene di pozzanghere e senza protezione. C’è un gioco dove manca un palo e lo scivolo che fa schifo (scusi la parola)», si legge nella missiva inviata in Comune.
Il problema è legato proprio alla carenza ormai cronica di fondi nelle casse comunali. Anche perché i giochi rotti non sono soltanto al Lavello, ma si trovano in tutti i parchi della città, grazie alla stupidità dei soliti ignoti che si divertono a rompere e danneggiare.
La conferma arriva infatti dallo stesso primo cittadino, che ha fatto effettuare una stima che non lascia troppa speranza su un intervento a breve termine. «Abbiamo fatto una stima di quanto servirebbe per ripristinare e aggiustare tutte le attrezzature rotte e il totale è di oltre 200mila euro – ha spiegato Cesare Valsecchi -. E’ evidente che visto il periodo è estremamente difficile riuscire a reperire una tale cifra. Il problema però ci è noto e lo teniamo in considerazione. Anzi, a settembre contiamo di riuscire a sistemare qualcosa con l’ausilio dei volontari dell’associazione Act (Amici di Calolziocorte città turistica), che potrebbero riuscire a ripararne qualcuno».
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