Editoriali / Circondario
Domenica 22 Giugno 2014
Cade in un crepaccio
in Val Camonica
Salvato un lecchese
Un uomo di 39 anni è caduto in u crepaccio scivolando per un centinaio di metro sul pizzo Camino in val Camonica. Ci sono volute ore ai soccorritori per recuperarlo e trasportarlo prima via terra e poi con l’elicottero agli Spedali civili di Brescia. Non sembra in gravi condizioni: ha riportato un trauma cranico e varie lesioni
Un escursionista lecchese di 39 anni ieri ha avuto una disavventura che poteva concludersi nel peggiore dei modi sul pizzo Camino in Valle Camonica.
E’ scivolato in un crepaccio del ghiacciaio adiacente al rifugio Lang: una caduta di un centinaio di metri che ha fatto disperare di trovarlo ancora vivo o senza ferite irreparabili. Invece pare che abbia riportato un trauma cranico e altre lesioni, ma che non sia in pericolo di vita.
L’uomo è stato trasportato agli Spedali civili di Brescia in codice giallo, dopo che il 118 aveva allertato i soccorritori per un probabile codice rosso.
L’incidente è capitato intorno alle 13,30 e c’è voluto tutto il pomeriggio iper recuperare l’infortunato che alla fine è stato ricoverato alle 19,15, dopo quasi sei ore di intenso e pericoloso lavoro dei soccorritori.
Non c’erano infatti condizioni meteorologiche favoreveli ieri sul Pizzo Camino, a 2.491 metri di quota, sopra Borno: la scarsissima visibilità per la nebbia e i temporali che hanno imperversato per tutta la giornata hanno richiesto un impegnativo lavoro di sinergia tra le squadre del Soccorso alpino intervenute da terra e l’elicottero che ha operato in condizioni davvero proibitive.
I tecnici delle diverse stazioni della Delegazione bresciana del soccorso alpino, provenienti da tutta la valle, hanno raggiunto a piedi il ferito, che sembra fosse riuscito a chiedere aiuto con il cellulare. Non è stato facile il recupero: sono state necessarie diverse calate lungo il canale e nel crepaccio, su un terreno accidentato e pericoloso, prima di riuscire a riportare su l’escursionista che è stato stabilizzato, mentre i medici del Corpo nazionale del soccorso alpino gli hanno praticato le prime cure alle ferite provocate dallo scivolamento.Poi è cominciata la discesa con l’uomo in barella fino al punto in cui è stato possibile l’intervento dell’elicottero. E’ stato necessario individuare il luogo giusto e trovare il momento adatto, una finestra meteorologica favorevole, per consentire all’abilità del pilota e del tecnico del team aeronautico di governare in sicurezza il velivolo il tempo utile a issare a bordo con il verricello il ferito e poi di volare a Brescia, all’ospedale. Decine di uomini per un intervento delicatissimo che con grande fatica e perizia è andato a buon fine.
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