Editoriali / Oggiono e Brianza
Venerdì 16 Maggio 2014
Bulciago, Alfa Chemicals
La bonifica è prorogata
Occorreranno altri due anni di lavoro per ripulire il sottosuolo. Il sindaco, Egidia Beretta: «E’ necessaria, sono presenti tantissimi inquinanti»
Fumata nera dalla Teva: non è conclusa la bonifica dell’area dove sorge lo stabilimento; occorreranno altri due anni di lavori per tentare di ripulire definitivamente il sottosuolo dalle eredità della gestione precedente. Lo riferisce il sindaco, Egidia Beretta: «E’ l’esito del tavolo tecnico al quale ho riunito Teva, Arpa, Asl e Provincia; il nodo è, come noto, la presenza di numerosi inquinanti: in particolare cloroformio e diclorometano (cioè cloruro di metilene). La verifica si è resa necessaria anche a fronte della richiesta di proroga presentata dall’azienda». Le è stata concessa: «Gli ultimi risultati – rende noto la Beretta - seppur migliorativi rispetto ai precedenti, non corrispondono agli obiettivi finali del progetto di bonifica presentato tempo fa dalla Teva. Per questo si è deciso di aderire alla richiesta e concedere una nuova proroga biennale, affinché le attività possano proseguire puntando sulle tecnologie che mantengono alti livelli di rendimento».
La bonifica era iniziata nel dicembre del 2008 con una procedura all’avanguardia che prevedeva l’iniezione nel terreno di un composto in grado di neutralizzare l’inquinamento (o, almeno, di abbassarne sensibilmente la concentrazione): è una sorta di melassa all’idrogeno detta “Hrc”, usata per favorire la biodegradazione della zona. Nel complesso, l’area dell’ex Alfa Chemicals - che tenne in scacco anche l’amministrazione precedente quando era assessore all’ambiente Giuseppe Visconti - è risultata contaminata da un cocktail di almeno 150 inquinanti, tra cui soprattutto cloroformio – cancerogeno per inalazione - e cloruro di metilene, ma le analisi non hanno mancato di rivelare a suo tempo diclorometano (anch’esso considerato potenzialmente cancerogeno), arsenico, piombo, benzene, metanolo, toluene, cloruro di vinile e altri solventi vari. La falda è stata raggiunta da ciò che una ventina d’anni fa fu lasciato filtrare nel sottosuolo: non per eventi accidentali, ma secondo un piano preordinato; a ciò fa pensare la concentrazione degli inquinanti solo in alcuni punti.
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