Editoriali / Circondario
Sabato 15 Giugno 2013
Al Cis un incontro sulla finanza
«Le banche siano più imprese»
«E’ giusto che le banche e gli operatori puntino alla massimizzazione dei profitti, spetta poi alla politica creare la perequazione».
L’osservazione è di Claudio Scardovi che - al Cis (Centro studi d’impresa) di Valmadrera nell’ambito di “A pranzo con l’autore” - ha presentato “Come girano i soldi - La finanza spiegata da un insider” (Mondadori, 257 pagine, 15,9 euro).
Claudio Scardovi è docente alla Bocconi e consulente di società finanziarie e di banche. Durante l’incontro al Cis, ha spiegato: «Capire come girano i soldi significa capire come gira il mondo. Non si può mettere la finanza da parte e pensare di poterne fare a meno. Ritorneremmo indietro di un millennio. Il problema non è legato alla finanza in sé ma a comportamenti scorretti che sono stati adottati. Possiamo dire che la crisi non è solo un problema micro e macro economico ma anche antropologico».
Il docente della Bocconi ha sottolineato: «Per le nostre imprese le prospettive non sono ottimistiche, perché una importante società di consulenza ha creato per le nostre banche un modello molto severo che suddivide le aziende in due categorie “alfa” ossia le aziende a basso rischio, che sono molte poche, e “beta”: le aziende ad alto rischio che oggi possono essere considerate la maggioranza. Le banche dovranno finanziare solo le prime e non le seconde con la conseguenza di che il sistema imprenditoriale sarà frenato se non ostacolato. Inoltre, anche i nuovi meccanismi di finanziamento delle start up sono di là da venire. Purtroppo le nostre banche hanno perso lo spirito imprenditoriale».
Secondo Scardovi, «in Europa non riusciamo a creare una politica economica comune. E non sono stati affrontati i problemi di fondo che riguardavano l’unione di stati con sistemi economici e occupazionali diversi senza fare “squadra”. Tutto questo questo rappresenta per noi un forte penalizzazione».
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